«L'allegra vita della quota rosa»: Lucrezia e la fatica di essere donna anche in un fumetto

«L'allegra vita della quota rosa»: Lucrezia e la fatica di essere donna anche in un fumetto
«Ma il rosa è un luogo comune», urla Lucrezia, traduttrice con velleità artistiche. Vorrebbe scrivere un libro e le suggeriscono di scrivere un libro...

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«Ma il rosa è un luogo comune», urla Lucrezia, traduttrice con velleità artistiche. Vorrebbe scrivere un libro e le suggeriscono di scrivere un libro sulle donne, «perché uno si aspetta che una donna parli di donne». Mi raccomando, che ci sia l'aggettivo rosa nel titolo. «Dovresti proporre un modello positivo. Una supereroina che salvi il mondo». Ma Lucrezia (personaggio della vignettista satirica Silvia Ziche) sbotta: «Odio il rosa». Ed eccoche compare la supereroina a cui ispirarsi. «Sono il tuo super alter ego e ho un sacco di superpoteri». E quali sarebbero? «Sono superinsicura, superfrustrata, superlamentosa, superdemotivata, superindecisa, superstressata». Si ride e si riflette nel nuovo libro della star del fumetto italiano, “L'allegra guida delle quote rosa” (Feltrinelli). Torna Lucrezia e se la prende con stereotipi e ingiustizie, racconta di molestie e carichi di lavoro, mariti sfaticati e fatiche durissime. La vita della quota quosa non è poi così allegra, nemmeno in un fumetto. 


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«Forti voi donne che siete multitasking..io riesco a fare solo una cosa alla volta. Ma tanto le altre le fai tu, vero?» dice lui. E lei, con un gigantesco zaino sulle spalle: «La vita lavorativa di una donna è complicata. Su di noi pesano la famiglia, i genitori anziani, le pressioni sociali, i sensi di colpa, i pregiudizi, la necessità di dimostrare continuamente la nostra competenza, le aspettative di fidanzati e mariti, la diffidenza. E con questo carico sulle spalle a volte non riusciamo a passare neanche una porta...». Alla fine: «Booom...», si esplode. La colpa di chi è? Sempre di lei.  Qualche speranza c'è, però: «Ce l'ho fatta», esulta la superoina  superstressata. «Sono riuscita a perdere tutti i miei superpoteri negativi». Ne avrai degli altri positivi?, le chiede Lucrezia. «No, torno normale. E ne sono felice». Basta con le wonderwoman, «non serve una donna eccezionale per fare grandi cose. Tutte possiamo!», gioisce anche Lucrezia, l'alter ego di Silvia Ziche. 



Dopo avere esordito sulle pagine di “Linus”, per poi passare a “Smemoranda” e “Comix”, la disegnatrice e sceneggiatrice si è affermata come autrice disneyana, firmando storie per “Topolino”, e come vignettistica satirica grazie al personaggio di Lucrezia. Che nell'ultima pagina del libro consegna a Luca una lista di buoni propositi. Tipo: 
«Ascoltare le donne senza interromperle. Reagire alle battute sessiste invece di ridacchiare. Non stupirsi se una donna vince il Nobel». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero