La madre le porta ciotole di latte o di cous cous a letto, la sveglia. Verida mangia e beve anche se è notte, anche se non ne può più di latte di cammella e...
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Il film girato in Mauritania racconta la storia di Verida e di altre come lei condannate a prendere peso prima del matrimonio. Dieci pasti al giorno, questo impone il "gavage", una tradizione che sopravvive ancora nella capitale Nouakchott e soprattutto nei villaggi. L'agiatezza della famiglia si misura con il peso della sposa, arrivare a quel giorno magre è segno di miseria. Verida obbedisce, come hanno fatto sua madre e sua nonna, impossibile sottrarsi senza essere punite. Avvicina la ciotola e manda giù, ma nei sui occhi sopravvive una luce e cresce. Quando incrocia lo sguardo di Sidi, il ragazzo che arriva a casa con la bilancia per pesarla, è turbata. Comincia a provare disgusto, butta il cibo.
In Mauritania il "gavage" per diventare spose grasse e attraenti, qui da noi la fame per dimagrire e obbedire a un modello opposto.
I viaggi in Mauritania, per preparare il film e scoprire il paese. «Pieno di contraddizioni, c'è una commistione tra modernità e tradizione. Tutte le ragazze hanno lo smartphone, ci sono quelle che cercano di spezzare la catena e quelle che ingrassano prima di sposarsi. Sono entrata in molte case, ho conosciuto tantissime donne, in ogni famiglia c'era una moglie che aveva fatto il "gavage". Nelle città lo pratica ancora il 15, 20 per cento delle donne, nei villaggi il doppio. La stessa Verida, la protagonista del film, si è sposata a 16 anni e lo ha fatto. Poi si è separata, perché lì si divorzia con grande facilità, e questa è un'altra contraddizione. Si accetta un sacrificio così grande, quello di mangiare tutto il giorno per piacere allo sposo, al primo matrimonio. Quando si risposano per la seconda o terza volta, non lo devono fare più.
L'incontro con Verida. «L'ho conosciuta durante il mio primo viaggio. Senza di lei non avrei potuto fare questo film. Nei suoi occhi ho visto malinconia e insieme vivacità, c'era qualcosa di selvaggio nel suo sguardo. Nel film, che da settembre sarà anche nelle sale in Francia, accetta quello che le viene imposto dalla famiglia, abituata a rispettare padre e madre. Poi la ribellisione sale attraverso il corpo e alla fine Verida si libera dalla sua immagine».
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Il Messaggero