Feste dei bambini a rifiuti zero: Chiara s'inventa una stoviglioteca

Feste dei bambini a rifiuti zero: Chiara s'inventa una stoviglioteca
Feste dei bambini a rifiuti zero. Un contributo casalingo per rispettare l'ambiente: a Orvieto arriva la stoviglioteca. Le...

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Feste dei bambini a rifiuti zero. Un contributo casalingo per rispettare l'ambiente: a Orvieto arriva la stoviglioteca.


Le “stoviglioteche” sono colorate "biblioteche" di stoviglie lavabili, al servizio di tutti coloro (famiglie, gruppi di amici e altro) che vogliono organizzare piccole feste a rifiuti zero. Il principio su cui si basano è proprio quello di ridurre lo spreco attraverso il riuso e la condivisione.

L'idea è venuta a Chiara Aronica, 41 anni, gelataia e mamma di Giuseppe, 9 anni: «In realtà è un'idea già realizzata in altre città e siccome sono sempre stata molto attenta all'ambiente, al consumo critico e più attento della plastica, ho pensato di cominciare a coinvolgere anche gli altri. Lo spunto l'ho preso dai compleanni di mio figlio e dal terzo tempo de rugby, sport che lui pratica, dove si fa tanto uso di stoviglie in plastica monouso». Chiara ha così messo in piedi un kit iniziale che prevede 60 coperti, ovvero 60 piatti, 60 bicchieri e 60 tris di posate, alcune ciotoline e una scatola per gli avanzi, tutto rigorosamente in plastica lavabile riutilizzabile.

«Ho pensato a un piccolo investimento iniziale – spiega – una cifra non esosa, ma il kit può e dovrà sicuramente ampliato». Ma come funziona il noleggio?


«Per ora tengo tutto nel mio negozio, entra tutto in una scatola del resto – spiega – chi ha bisogno del kit può venirlo a prendere, chiedo una cauzione di 10 euro, giusto se qualcosa dovesse rompersi o perdersi. Chi noleggia il kit quindi lo utilizzerà per la propria festa, lo laverà se possibile in lavastoviglie e poi lo riconsegnerà e se è tutto in ordine riceverà indietro la cauzione. Il noleggio – precisa Chiara – non ha alcun costo, se uno proprio vuole può lasciare una offerta libera e volontaria che io userò per ampliare il kit perché in effetti servirebbero anche caraffe, magari dei thermos o altro. Non è una attività a scopo di lucro ma del tutto volontaria – spiega – che mira a coinvolgere quante più persone a fare un uso più attento della plastica». Il vero l'obiettivo è far qualcosa di concreto per l'ambiente e condividere esperienze. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero