Sono passati cento anni. Per la storia del movimento femminile mondiale oggi è un anniversario importante. Il 26 agosto del 1920 veniva approvato negli Stati...
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Quando gli Usa entrarono in guerra, nel 1917, le donne che si battevano per il diritto di voto (National American Suffrage Association) si schierarono con il presidente Wilson e si mobilitarono con generosità segnando pagine di autentico coraggio, servendo nell'esercito e nella marina come infermiere. Intanto altri milioni di donne si davano da fare preparando cibi, medicamenti, organizzando raccolte fondi. Quasi in concomitanza scoppiò la Spagnola e anche in quel frangente le donne, raddoppiando gli sforzi, si distinsero evidenziando il loro peso pubblico e, finalmente, ebbero riconosciuto dal Congresso il diritto di voto. Il presidente Wilson fu il primo ad ammettere: «Noi abbiamo avuto nelle donne un partner in questa guerra».
Le suffragette si erano riunite per la prima volta come movimento nazionale nel 1869 in Gran Bretagna. Nel 1918 il Parlamento britannico diede il via libera al diritto di voto limitato alle mogli dei capifamiglia con certi requisiti di età (sopra i 30 anni). Poi - 10 anni più tardi - il suffragio fu esteso a tutte le donne del Regno Unito.
Negli Usa il primo Stato americano a riconoscere parzialmente il suffragio femminile fu il Wyoming, nel 1869. Nello stesso anno nacquero diversi movimenti analoghi a quelli inglesi.
Le suffragette giravano piazze e città diffondendo le proprie idee attraverso comizi, scritte sui muri o cartelli con slogan come “Votes for women” o contenenti frasi che inneggiavano alle leader del movimento. Spesso queste manifestazioni venivano soffocate con la violenza da parte delle forze dell’ordine e le militanti venivano arrestate.
L’articolo XIX della Costituzione americana recita: «Il diritto di voto dei cittadini degli Stati Uniti non potrà essere negato o disconosciuto dagli Stati Uniti o da uno degli Stati a motivo del sesso». In Italia per ottenere il suffragio universale si dovette attendere la fine del fascismo (che aveva soffocato tutti i movimenti di emancipazione femminile esistenti), la vittoria della Repubblica e la promulgazione della Costituzione. L'articolo 48 recita: «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero