Milano, Genova, Bologna, Cagliari, Reggio Emilia, Roma. L'ultima cittadina che ha riconosciuto l'esistenza di una evidente discriminazione delle donne nella...
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Dal censimento nazionale condotto dal gruppo, risulta che la media di strade intitolate a donne va dal 3 al 5% (in prevalenza madonne e sante), mentre quella delle strade dedicate agli uomini si aggira sul 40%. Dalla constatazione di questo gap sono partite varie iniziative: la campagna per la memoria femminile denominata “8 marzo 3 donne 3 strade”, con l’invito a sindache e sindaci a intitolare tre strade ad altrettante donne, una di rilevanza locale, una di rilevanza nazionale, una straniera; i progetti “Largo alle Costituenti” e “Partigiane in città” che hanno riportato biografie di donne coraggiose e tenaci.
Anche l'esempio di Cattolica rispecchia la tendenza nazionale. Le vie sono quasi sempre intitolate a sante o personalità religiose (S. Chiara e S. Lucia); una ad una umanista (Grazia Deledda); una ad una scienziata (Marie Curie); tre a figure storiche e politiche (Irma Bandiera, Francesca da Rimini, Anita Garibaldi); e quattro a figure locali o a nomi generici (Violante Del Prete, Gina, Isotta, Luciona).
Come dimostrano i numeri, le intitolazioni delle strade e delle piazze, ma anche di aree verdi e spazi pubblici, riflettono una cultura e una dimensione sociale e storico-culturale ancora molto maschiliste: lo sbilanciamento in favore dei personaggi maschili è l'espressione del potere degli uomini che hanno scritto la storia e che continuano a perpetuarla nei percorsi di vita urbana nonostante siano esistite ed esistano tuttora figure femminili meritevoli di tale prestigio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero