Gender Gap, alle maratone elettorali in tv pochissime le donne invitate in studio a commentare

Gender Gap, alle maratone elettorali in tv pochissime le donne invitate in studio a commentare
Ormai sono anni che se ne parla ma, puntualmente, ad ogni consultazione elettorale, il dibattito televisivo è monopolizzato da opinionisti, direttori, editorialisti,...

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Ormai sono anni che se ne parla ma, puntualmente, ad ogni consultazione elettorale, il dibattito televisivo è monopolizzato da opinionisti, direttori, editorialisti, commentatori di sesso maschile. Di donne pochissime, o almeno presenze rare e saltuarie. Anche ieri sera, alle maratone elettorali che ogni grande network televisivo ha predisposto per raccontare lo spoglio delle schede, l'elaborazione dei dati e l'interpretazione dei primi exit poll, di giornaliste negli studi, ospiti a fianco dei direttori, nemmeno l'ombra, o quasi, fatta eccezione per La 7 con Alessandra Sardoni e Lina Palmerini del Sole 24Ore.


Le donne latitano o semplicemente il commento politico resta loro un campo interdetto? Una vecchia questione, quella delle scarse presenze femminili, tanto che era stata oggetto persino di interventi alla Camera, almeno 7 anni fa, alla Commissione Affari Costituzionali dove era stato approvato a maggioranza un emendamento proposto dal Pd che si richiamava all'articolo 51 della Costituzione sulle pari opportunità tra i sessi e chiedeva un equilibrio anche negli studi tv, insomma una rappresentanza armonica tra uomini e donne nelle trasmissioni di contenuto politico in onda durante i periodi di campagna elettorale. Di quel testo però cammin facendo si  è perso la traccia e così si arriva alla carrellata dei talk di ieri sera in cui appariva evidente la disparità nella presenza dell'elemento femminile.

Naturalmente sono stati fatti collegamenti dai seggi di colleghe giornaliste, ma negli studi televisivi di loro non c'era praticamente ombra.  Insomma, un cammino complicato anche nel mondo del giornalismo dove si misura ancora quel soffitto di cristallo tanto dibattuto, esaminato, riflettuto e, di fatto, mai sbriciolato. Diverse ricerche sulle donne nell'informazione hanno fatto affiorare che le donne sono raramente interpellate dai media in qualità di esperte. A spiegare e interpretare il mondo sono quasi sempre gli uomini: nell'82% dei casi secondo i risultati nazionali del Global Media Monitoring Project 2015. Eppure le donne esperte ci sarebbero pure e forse con la loro presenza potrebbero svecchiare un linguaggio mediatico.


Per questo l'Osservatorio di Pavia e l'associazione Gi.U.Li.A. , in collaborazione con la Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, avevano cominciato a lavorare ad una banca dati online, con nomi e CV di esperte di STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), un settore storicamente sotto-rappresentato dalle donne e al contempo strategico per lo sviluppo economico e sociale del nostro paese.


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Il Messaggero