Una ricerca effettuata in 37 Paesi sulla condizione delle donne nel settore delle pubbliche relazioni ha evidenziato una significativa disparità di genere. Nonostante...
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Ecco le 100 donne più influenti al mondo, una sola italiana ed è grillina
Benché promuovere l’inclusione e la diversità ai vertici delle aziende abbia un impatto diretto sul business - come ampiamente documentato da studi e ricerche, tra cui la recente indagine di McKinsey - nell’ambito delle pubbliche relazioni c’è ancora molta strada da percorrere. Il 64% degli intervistati ritiene che una maggiore presenza di donne nei consigli di amministrazione migliorerebbe i risultati di business, mentre un significativo 81% dichiara che andrebbe incentivato l’accesso delle donne a posizioni di leadership.
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L'indagine ha evidenziato come le donne abbiano maggiori difficoltà ad accedere ai benefit legati alla crescita professionale come le iniziative di mentoring, le opportunità di formazione e di networking, i bonus basati sulle performance e, non ultimo, le promozioni. Non sorprende dunque che tale situazione possa penalizzare la crescita professionale delle donne.
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La maggior parte degli intervistati ritiene che le responsabilità connesse alla cura dei figli (80%) rappresentino il principale ostacolo alla crescita professionale. Più di un terzo (35%) del campione è convinto che le incombenze familiari abbiano avuto un impatto negativo sulla propria carriera e il 42% delle donne afferma di essere l’unica a farsi carico delle questioni domestiche.
L'indagine ha mostrato chiaramente che essere donne e madri costituisce un freno alla carriera femminile. Il 39% degli intervistati ritiene che le donne con figli abbiano maggiori difficoltà ad ottenere una promozione, mentre per quanto riguarda gli uomini, l'essere padre influirebbe sull’avanzamento di carriera solo per il 2%.
Un altro dato allarmante riguarda i congedi parentali retribuiti: il 24% dei genitori che ha preso parte all'indagine ha infatti dichiarato di non averne potuto godere. Oltre due terzi (67%) ritiene che lo scarso equilibrio tra lavoro e tempo libero, tipico dei ruoli dirigenziali, impedisca alle donne di accedervi.
Durante il summit si è infine parlato di molestie sessuali sul luogo di lavoro. Un terzo delle donne intervistate è stata vittima di comportamenti inappropriati: il 60% non ha denunciato l’episodio al datore di lavoro e più di un terzo (35%) ha dichiarato che la propria azienda non ha alcuna policy né specifiche attività di formazione per prevenire e isolare comportamenti legati al sexual harassment.
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Il Messaggero