«Ma allora cosa hai studiato a fare?». Quante volte se lo sono sentito chiedere: l'università, altri lavori e poi la scelta di cambiare...
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Maddalena, Francesca, Eva, Nadia, Giulia raccontano delle loro scommesse e della passione che ci mettono in queste attività per alcuni "vecchie" e superate, eppure così creative. L'idea del blog è stata di Maddalena Cassuoli, 36enne milanese trapiantata a Vigevano (Pavia). Studi universitari, anni di lavoro in altri settori e poi l'idea di aprire un negozio di quartiere. Il suo si chiama L'Antina ed è dedicato all'abbigliamento secondhand e all'artigianato realizzato con materiali di recupero. «L'emergenza credo però che abbia reso ancora più evidente l'importanza e il valore di questi luoghi non solo come punti vendita ma come spazi di socialità, di aggregazione e di condivisione. L'online non potrà mai essere abbastanza».
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Laureata in bottega anche Francesca, 30 anni, che vive a Bologna, ha un marito e un bimbo di pochi mesi. Ha studiato cinema al Dams, ha lavorato per una casa di produzione specializzata in spot televisivi.
E poi ci sono Eva e Nadia, due sorelle che circa 8 anni fa hanno aperto a Vicenza un negozio di prodotti sfusi, farine, semole, cereali, legumi, pasta, semi, frutta essiccata, biscotti e prodotti da forno, miele, caffè, tè; Chiara, titolare di un piccolo negozio vintage nel quartiere Pigneto di Roma dopo gli studi all'accademia di moda; Giulia e Silvia, laureate rispettivamente in Scienze della Comunicazione e Scienze e tecnologie erboristiche e ora titolari di Biokitea. Francesca, napoletana di 41 anni che vive a Milano, 3 figli e un passato da giornalista e blogger. «Ho fatto l’Erasmus a Parigi e in quegli anni mi sono mantenuta lavorando nei bar. Poi, una volta concluso il periodo dell’Università, ho iniziato a lavorare nelle redazioni di programmi televisivi e blog come giornalista pubblicista, e ho portato avanti questo lavoro anche da freelance dopo essere diventata mamma per la prima volta. Lavoravo da casa ed ero sempre alla ricerca di nuove attività e testate su cui scrivere. Quando mio figlio era ancora piccolo sono rientrata per un po’ a Napoli, dove ho gestito un centro culturale, ma poi sono tornata a Milano. E qui ho trovato la mia dimensione nel quartiere Dergano, dove vivo e lavoro tutt’ora». La svolta dopo la maternità. «L’aver avuto un figlio mi ha portato a ricercare nel quartiere delle situazioni di comunità in cui inserirmi, sia per necessità che per predisposizione, per piacere. E questa ricerca ha reso evidente ai miei occhi un bisogno scoperto nella mia zona: quello di uno spazio aggregativo per famiglie con bambini. Mamusca, un bar-libreria, ha preso forma così».
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Il Messaggero