Il suo ufficio, all'ultimo piano del palazzo disegnato dal Valadier in via della Stamperia, è sommerso da volumi e faldoni di carte dedicati a Giambattista Piranesi....
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I lavori fervono in questo complesso architettonico che tra via della Stamperia e via Poli, comprende l'intero isolato che sostiene la Fontana di Trevi, e che custodisce un patrimonio sconfinato di disegni, incisioni, fotografie. Misiti è un po' la signora delle carte, ha guidato per anni l'Icpal (patrimonio archivistico e librario), ha seguito i delicati restauri delle lettere di Aldo Moro passando per i disegni di Leonardo, e ora l'impresa delle lastre di Piranesi.
Piranesi è il vessillo della Calcografia. Come sarà la vostra mostra?
«S'intitola Piranesi e la Roma del 700, coinvolge Palazzo Poli, e ricostruisce il rapporto tra l'artista veneziano e la città. Qui arriva Piranesi poco più che ventenne e il mondo antico romano sarà la sua ispirazione. Il percorso sarà introdotto da una stanza multimediale: esponiamo la grande pianta della Roma settecentesca del Nolli e con sistemi di proiezioni immergeremo il pubblico tra i monumenti e le strade dell'epoca. Così come li vedeva Piranesi».
Voi custodite un patrimonio unico di 1191 matrici in rame di Piranesi. Cosa svelerete?
«Una selezione di matrici e stampe legate alle sue celeberrime serie. I Capricci, che evocano tutta la sua visione dell'antichità, e le Carceri, la sua magnifica ossessione. Ma anche i tanti luoghi di Roma, tra il Campo Marzio e la stessa Fontana di Trevi. Dagli Uffizi, poi, ci arriveranno alcuni disegni. Racconteremo anche il Piranesi designer, con i disegni dei suoi famosi camini e candelabri, che all'epoca ebbero un successo enorme sul mercato».
Per l'evento è in corso un restauro?
«Sì. L'istituto conserva l'unico laboratorio di restauro di matrici in rame».
Le lastre trattate possono svelare dettagli inediti?
«Per Piranesi è accaduto. Abbiamo sottoposto due rami delle Carceri ad un'indagine con tecnica Rti di osservazione, cosiddetta, in luce radente, ed è stato intercettato un pentimento: con finissimi segni intrecciati è riuscito a camuffarlo. È incredibile l'abilità tecnica di Piranesi nel lavorare le lastre. Soprattutto le Carceri: le trattava anche a più riprese per ottenere nella stampa il giusto effetto di intensità e oscurità».
Tra le novità dell'Istituto ci sono anche i progetti legati ai fumetti. Piranesi diventerà un fumetto?
«Sì, è un progetto inedito. Lo sveleremo nella mostra. Sarà Ratigher a creare una graphic novel sull'artista. Con il progetto dei Fumetti nei Musei abbiamo costituito il primo fondo nazionale del fumetto, che raccoglie le tavole originali di illustri fumettisti. La mostra è in corso e sta avendo un ottimo successo».
La Calcografia è un luogo noto agli specialisti, poco al grande pubblico.
«I numeri danno il peso della collezione: 24mila lastre dal Rinascimento al Contemporaneo, 20mila disegni, 135mila stampe. Dalle Incisioni di Dürer alla Scuola di Raffaello, e via fino al fondo di Giorgio Morandi. Siamo un museo sui generis: a parte le mostre, il nostro patrimonio è fruibile ancora solo su richiesta. L'idea è di cambiare sistema».
Ha già un sogno nel cassetto?
«Rilanciare Palazzo Poli come monumento di se stesso. È l'edificio che sostiene la Fontana di Trevi. Vorrei aprire al pubblico un percorso di visita che attraversa il cuore del palazzo, dove hanno vissuto personaggi come la principessa Volkonskaya, e il Belli, e arriva fino alla terrazza sulla fontana, lì dove idealmente si possono toccare le ali degli angeli che sostengono lo stemma».
Un progetto suggestivo: svelare l'altra Fontana di Trevi. A che punto è?
«Stiamo lavorando ad un tavolo tecnico sulla fattibilità. Dobbiamo pianificare gli interventi sulla sicurezza. Il pubblico, per gruppi contingentati, salirà anche su una a scala a chiocciola, percorrerà un camminamento per arrivare sulla terrazza. Stiamo valutando di introdurre una bigliettazione che, a quel punto, comprenderà anche le sale allestite del palazzo. Insomma, siamo pronti a farlo».
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Il Messaggero