Maria Cristina Misiti: «Vi farò scoprire la fontana di Trevi e i suoi segreti»

Maria Cristina Misiti: «Vi farò scoprire la fontana di Trevi e i suoi segreti»
Il suo ufficio, all'ultimo piano del palazzo disegnato dal Valadier in via della Stamperia, è sommerso da volumi e faldoni di carte dedicati a Giambattista Piranesi....

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Il suo ufficio, all'ultimo piano del palazzo disegnato dal Valadier in via della Stamperia, è sommerso da volumi e faldoni di carte dedicati a Giambattista Piranesi. «Guardi l'incredibile complessità grafica delle Carceri di Piranesi, erano la sua ossessione, un mondo labirintico, oscuro, evocativo della sofferenza umana. Noi custodiamo tutte le lastre in rame matrici di Piranesi». Parla con l'entusiasmo nella voce Maria Cristina Misiti, arrivata a luglio 2019 a dirigere l'Istituto nazionale per la Grafica, che si appresta a celebrare nel 2020 i 300 anni dalla nascita del grande artista veneziano. Lo farà con una mostra che si aprirà il 4 ottobre, giorno della sua nascita, e guidando il comitato nazionale per le celebrazioni (incarico fresco di nomina da parte del ministro Dario Franceschini).


I lavori fervono in questo complesso architettonico che tra via della Stamperia e via Poli, comprende l'intero isolato che sostiene la Fontana di Trevi, e che custodisce un patrimonio sconfinato di disegni, incisioni, fotografie. Misiti è un po' la signora delle carte, ha guidato per anni l'Icpal (patrimonio archivistico e librario), ha seguito i delicati restauri delle lettere di Aldo Moro passando per i disegni di Leonardo, e ora l'impresa delle lastre di Piranesi.

Piranesi è il vessillo della Calcografia. Come sarà la vostra mostra?
«S'intitola Piranesi e la Roma del 700, coinvolge Palazzo Poli, e ricostruisce il rapporto tra l'artista veneziano e la città. Qui arriva Piranesi poco più che ventenne e il mondo antico romano sarà la sua ispirazione. Il percorso sarà introdotto da una stanza multimediale: esponiamo la grande pianta della Roma settecentesca del Nolli e con sistemi di proiezioni immergeremo il pubblico tra i monumenti e le strade dell'epoca. Così come li vedeva Piranesi».
Voi custodite un patrimonio unico di 1191 matrici in rame di Piranesi. Cosa svelerete?
«Una selezione di matrici e stampe legate alle sue celeberrime serie. I Capricci, che evocano tutta la sua visione dell'antichità, e le Carceri, la sua magnifica ossessione. Ma anche i tanti luoghi di Roma, tra il Campo Marzio e la stessa Fontana di Trevi. Dagli Uffizi, poi, ci arriveranno alcuni disegni. Racconteremo anche il Piranesi designer, con i disegni dei suoi famosi camini e candelabri, che all'epoca ebbero un successo enorme sul mercato».

Per l'evento è in corso un restauro?
«Sì. L'istituto conserva l'unico laboratorio di restauro di matrici in rame».

Le lastre trattate possono svelare dettagli inediti?
«Per Piranesi è accaduto. Abbiamo sottoposto due rami delle Carceri ad un'indagine con tecnica Rti di osservazione, cosiddetta, in luce radente, ed è stato intercettato un pentimento: con finissimi segni intrecciati è riuscito a camuffarlo. È incredibile l'abilità tecnica di Piranesi nel lavorare le lastre. Soprattutto le Carceri: le trattava anche a più riprese per ottenere nella stampa il giusto effetto di intensità e oscurità».

Tra le novità dell'Istituto ci sono anche i progetti legati ai fumetti. Piranesi diventerà un fumetto?
«Sì, è un progetto inedito. Lo sveleremo nella mostra. Sarà Ratigher a creare una graphic novel sull'artista. Con il progetto dei Fumetti nei Musei abbiamo costituito il primo fondo nazionale del fumetto, che raccoglie le tavole originali di illustri fumettisti. La mostra è in corso e sta avendo un ottimo successo».

La Calcografia è un luogo noto agli specialisti, poco al grande pubblico.
«I numeri danno il peso della collezione: 24mila lastre dal Rinascimento al Contemporaneo, 20mila disegni, 135mila stampe. Dalle Incisioni di Dürer alla Scuola di Raffaello, e via fino al fondo di Giorgio Morandi. Siamo un museo sui generis: a parte le mostre, il nostro patrimonio è fruibile ancora solo su richiesta. L'idea è di cambiare sistema».

Ha già un sogno nel cassetto?
«Rilanciare Palazzo Poli come monumento di se stesso. È l'edificio che sostiene la Fontana di Trevi. Vorrei aprire al pubblico un percorso di visita che attraversa il cuore del palazzo, dove hanno vissuto personaggi come la principessa Volkonskaya, e il Belli, e arriva fino alla terrazza sulla fontana, lì dove idealmente si possono toccare le ali degli angeli che sostengono lo stemma».

Un progetto suggestivo: svelare l'altra Fontana di Trevi. A che punto è?

«Stiamo lavorando ad un tavolo tecnico sulla fattibilità. Dobbiamo pianificare gli interventi sulla sicurezza. Il pubblico, per gruppi contingentati, salirà anche su una a scala a chiocciola, percorrerà un camminamento per arrivare sulla terrazza. Stiamo valutando di introdurre una bigliettazione che, a quel punto, comprenderà anche le sale allestite del palazzo. Insomma, siamo pronti a farlo».
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Il Messaggero