Ce la mettono tutta i vecchi baroni ad allontanare le allieve di Medicina, specie quelle brave naturalmente. La casta è tra le più dure e antiche. Lì il...
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Roma, dottoresse aggredite e minacciate da un paziente al San Giovanni: «Ora abbiamo paura»
Da grande farò il chirurgo, resta un sogno pieno di ostacoli. C'è chi si appiglia ai tempi di resistenza, chi né fa una questione di genere. «Una volta le donne non entravano in sala operatoria. Era appanaggio totalmente maschile: quando il numero di donne è aumentato, ha superato il 51 per cento, solo a quel punto ci si è accorti che qualcosa doveva deve cambiare». Ma la strada è in salita. "Passami il bisturi" è sempre in agguato. «Il sistema attuale è basato su una disorganizzazione totale della settimana lavorativa, inoltre l'impossibilità di venire sostituite durante la maternità rende la presenza di una donna in un reparto gravosa».
Non è finita. «A questo si aggiunge l'altro grosso problema di quanto per noi donne sia difficile in scienza e medicina ottenere finanziamenti per la ricerca (meno pubblicazioni hai, meno sei conosciuto a livello internazionale). Le colleghe fanno quello che possono ma non vanno avanti da sole. E' difficile essere un esempio, il mentore è sempre un uomo, poche donne hanno una posizione di leadership. I colpi bassi hanno questi termini “non sono adeguate a livello cognitivo e manuale”. Entrano in campo quando gli uomini lanciano i guanti, stanchi di lavorare.
«Essere reperibili è il vero ago della bilancia: ma bisogna investire sul capitale umano delle donne per riuscire a includerle davvero nel mondo maschile dell'università e della chirurgia. Ma in questo abbiamo bisogno del supporto degli uomini». Gaja Spolverato non fa giri di parole, non pensa di poter cambiare il mondo. Si è laureata nel 2010, nel 2004 un prof del primo anno domandò «chi di voi vuol fare il cardiologo? Chi il medico generale, chi il radiologo?». Quando chiese «chi il chirurgo? alzai la mano solo io e lui rispose velocemente “a parte che sei una donna, chi di voi vuol fare il chirurgo?».
Un capitolo a parte merita quello delle donne vittime di sexual harrassment. «Molestate sessualmente, altrimenti è difficile avanzare professionalmente: vogliamo creare un blog anonimo dove chiunque può entrare e descrivere situazioni e ricevere consigli». Da un recente questionario inviato alle maggiori società chirurgiche italiane è emerso che il 76 per cento delle donne intervistate ha subito discriminazioni gender durante la formazione contro il 26 per cento degli uomini. «Oltre il 90 per cento ha avuto un mentore ma solo nel 9% dei casi era una donna. Infine il 74 per cento delle intervistate avrebbe voluto avere piu figli ma ha rinunciato per motivi professionali. Un nido aziendale sarebbe stato utile a circa il 94 per cento. Oltre il 70 per cento ritiene l'essere donna un ostacolo alla carriera chirurgica». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero