Più soldi alle neo-mamme lavoratrici, riorganizzazione degli orari di lavoro per conciliare meglio ufficio e famiglia, nuovo calendario per le scuole così da andare...
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Nel documento, spiega la ministra, «si trovano proposte per aumentare la percentuale di donne in tutti gli ambiti lavorativi, per superare le barriere all'avanzamento nei percorsi di carriera, per contrastare gli stereotipi sul genere che impediscono alle donne di raggiungere responsabilità di leadership, per attivare energie nuove e opportunità per tutti»
La task-force propone di istituire un Osservatorio sulla parità di genere presso il Dipartimento per le Pari Opportunità. Gli equilibri andrebbero misurati (e rispettati) all'interno delle imprese, per quel che riguarda assunzioni, retribuzioni e carriera. Così pure andrebbe assicurata la parità nei consigli e nei comitati scientifici, in tutti gli organismi e commissioni di università ed enti di ricerca, negli organi di governo centrali e locali.
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GLI ORARI
La difficoltà di mettere d'accordo ufficio e famiglia è una delle ragioni che allontanano le donne dal mondo del lavoro. Tra le proposte delle esperte, c'è quella di «incentivare forme di organizzazione dell'orario lavorativo, in modo equilibrato e integrato nei diversi ambiti (casa/lavoro/servizi)», coinvolgendo anche gli enti locali. Alle mamme che tornano al lavoro il 30 per cento in più dello stipendio, pari a quanto viene dato a chi usufruisce del congedo facoltativo di maternità. Nuovi tempi della scuola, sul modello degli altri paesi, senza la lunga pausa estiva che tante volte mette in difficoltà i genitori che lavorano. E poi, incentivi per lo smark-working e per le micro-imprese femminile, riforma dei congedi parentale per favorire la condivisione e più giorni ai papà, una piattaforma per offerte di attività e stage Stem per bambine e ragazze, aiuti per famiglie con figli disabili e donne solo con figli, una campagna di pubblicità che trasmetta «modelli femminili talentuosi e ispirazionali», la maternità da valutare nelle carriere universitarie.
CONTI CORRENTI
«Ho proposto di promuovere un modello di banca di prossimità per le donne, con l'istituzione di un conto corrente gratuito a partire dai 18 anni», spiega Luisa Bagnoli, imprenditrice di Beyond International, tra le esperte della task-force. «Sono ancora tante le donne lavoratrici senza un conto corrente intestato. Alcune hanno i soldi ma degli investimenti si occupa il marito. Questo è un dolore. Ed è la ragione per cui, nel medio lungo periodo, è necessario investire nella comunicazione per cambiare mentalità, approccio, paradigma. La cultura da individualista deve diventare empatica, ossia capace di comprendere cosa prova e vuole l'altro. È la chiamata del mondo al femminile, che riguarda sia uomini e donne. Un invito ad essere più inclusivi, circolari, accoglienti. Caratteristiche che per ora appartengono di più alle donne. Intraprendiamo un cambiamento che sia per sempre, altrimenti questa emergenza sarà stata una sofferenza indebita, facciamo che questo costo produca anche un investimento».
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Il Messaggero