Ruby Rose è Batwoman, la prima eroina gay: «Mi criticano: non sono abbastanza donna e gay...»

Ruby Rose è Batwoman, la prima eroina gay: «Mi criticano: non sono abbastanza donna e gay...»
Arriva per la prima volta un supereroina gay, ma c'è qualcuno che non è contento. Da bambina, racconta Ruby Rose, è stata bullizzata «verbalmente e...

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Arriva per la prima volta un supereroina gay, ma c'è qualcuno che non è contento. Da bambina, racconta Ruby Rose, è stata bullizzata «verbalmente e fisicamente, c'era un muro negli spogliatoi dedicato all'odio nei miei confronti».


Ha creato un video, è diventato virale ed è diventata prima una Vj su Mtv Australia, poi un'attrice. Durante alcune premiazioni, dal palco, ha gridato:
«A tutte le ragazze che mi avete bullizzate al liceo...adesso dove siete?».

Ed ora, dopo essere stata scelta come la Batwoman lesbica della serie tv che debutterà su The CW, è costretta, ancora una volta a mettersi in discussione. Finalmente, si rappresenta sul piccolo schermo un personaggio non eterosessuale, in nome dell'uguaglianza. Perché anche la tv è uno specchio e non è semplice crescere “diversi” senza avere qualcuno in cui riconoscersi. Ma le polemiche non mancano.

Ruby Rose si definisce genderfluid, e ora secondo alcuni non sarebbe
«abbastanza donna e gay» per il interpretare Batwoman lesbica. Lo ha confessato in una intervista a Entertainment Weekly. Spiega che è stata scelta nella serie Orange Is the New Black, «perché cercavano un personaggio gender-neutral». E poi racconta delle critiche ricevute: «Non sapevo che essere una donna genderfluid significasse che non posso essere lesbica perché non sono una donna - non sono considerata abbastanza lesbica». L'attrice nell'intervista spiega il suo punto vista: in pratica le critiche l'hanno spinta a riflettere sui termini usati per identificarsi: «Se essere genderfluid e interpretare una eroina lesbica turba qualcuno, forse ho bisogno di inventare un altro termine che mi consenta di essere gender fluid, ma anche lesbica, perché altrimenti non sono sicura di quello che sono...».
 


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Il Messaggero