Esattamente 172 anni fa, il 19 e il 20 luglio, in una piccola località vicino a New York, veniva firmata la Dichiarazione di Seneca Falls, praticamente il primo...
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Elizabeth Cady Sandon fu la promotrice e considerata il motore di questo primo nucleo del movimento femminista americano e mondiale.
Anche se i termini femminista e femminismo sono apparsi solo alla fine del secolo XIX, la dichiarazione di Seneca Falls è il primo atto di rivendicazione di uguaglianza.
Seneca Falls nella prefazione stabiliva: «La storia dell’umanità è una storia di ripetuti affronti e usurpazioni da parte dell’uomo verso la donna, avviati direttamente verso la stabilità di una tirannia assoluta sul mondo femminile. Per dimostrare tutto questo, sottoponiamo i fatti al giudizio di un mondo imparziale. Non è stato mai permesso alla donna il diritto al suffragio. E’ stata obbligata a sottomettersi a leggi nella cui formazione non ha mai avuto alcuna voce in capitolo».
La dichiarazione include ampi passaggi sul lavoro: « L’uomo ha monopolizzato tutti i lavori lucrativi e quelli permessi alle donne erano mal pagati».
Tra le più note attiviste, oltre alla Sandon, anche Lucrezia Mott, Mary Ann McClintock che per il manifesto si ispirarono alla Dichiarazione d’Indipendenza di Thomas Jefferson
Elisabeth Sandon ai diritti politici includeva sul piano giuridico la abolizione delle leggi che subordinavano la donna al marito e pianificava la battaglia per l’accesso alla educazione specialmente quella universitaria, fino a quel momento vietata alla donna.
Altra data importante per il movimento feminile è il 1908, quando a New York le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per la prima volta per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero era stato protratto per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, aveva bloccato tutte le porte di accesso della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme.
Secondo alcuni storici del femminismo fu scelta la mimosa come simbolo dell'8 marzo perché nei pressi della fabbrica bruciata cresceva un albero di mimosa, ma non ci sono prove certe. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero