Prolungare gli effetti della legge Golfo-Mosca, estendendo a sei mandati (ora ne sono previsti tre), l'operatività delle norme sulla parità di genere...
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L'iter è stato avviato a marzo e al momento sono in corso delle audizioni. Le due proposte, quasi identiche, prevedono dunque che per gli organi di amministrazione e controllo delle società quotate, l'applicazione temporanea della disciplina di tutela del genere salga a sei mandati consecutivi a decorrere dal primo rinnovo degli organi societari interessati successivo al12 agosto 2012.
Per le società a controllo pubblico non quotate resterebbe invece fermo quanto previsto dal relativo Testo Unico, ovvero la tutela dell’equilibrio di genere per i soli organi di amministrazione. Una iniziativa bipartisan, dunque, che si basa anche sui risultati ottenuti dall'applicazione della legge Golfo-Mosca del 2011. Come si evince da un dossier del Senato, infatti, il monitoraggio del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio, dimostra che a marzo 2019, i board delle società pubbliche erano costituiti per il 32,6% da donne. Le donne rappresentano il 28,5% dei componenti dei consigli di amministrazione e ricoprono più di un terzo delle cariche nei collegi sindacali (33,4% e 41,7% rispettivamente con riferimento ai sindaci effettivi e ai sindaci supplenti).
Inoltre, in base ai dati della Consob, risultava che nel 2011 la rappresentanza femminile fra i consiglieri di amministrazione delle società quotate fosse circa del 7%, mentre fra i membri dei relativi collegi sindacali si fermava al 6,5%. A giugno 2018 i dati riportavano una situazione di maggiore equilibrio, con la presenza di consiglieri di sesso femminile nei board delle società quotate al 36%, mentre nei collegi sindacali il dato era pari al 38%. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero