Le donne - ormai è assodato - sono più soggette al burn-out rispetto ai colleghi. Alla lettera significa esaurimento o surriscaldamento, in realtà è un...
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I medici stimano che quasi il 20% delle donne a determinati livelli possano manifestare alcuni sintomi di burn-out, quel piano inclinato che offusca la mente e impedisce una corretta valutazione della propria situazione senza sfociare nell'autolesionismo per non essere abbastanza brava o all'altezza.
Naturalmente se non si corregge questa deriva con il tempo lo stress accumulato diventa cronico fino ad intaccare il quadro sanitario, con disturbi del sonno, tachicardie.
A volte può persino portare a un congedo o a un licenziamento.
Gli esperti della Harvard Business Review lo definiscono un serio problema di lavoro e nel maggio del 2019, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato la definizione: si tratta di «stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito con successo». La dottoressa Christina Maslach dell'Università della California, lo descrive come «una risposta prolungata ai fattori di stress interpersonali cronici sul lavoro».
Ma perchè le donne sono più colpite dal burn out? La colpa andrebbe addebitata alle disuguaglianze di genere sul posto di lavoro. Si è riscontrato che le donne hanno livelli di autorità decisionale inferiori e sono spesso troppo qualificate per i loro ruoli, il che le porta alla fine a una minore soddisfazione e alla sensazione di avere meno alternative di carriera. La frustrazione spesso è alimentata dalla consapevolezza che se le cose non funzionano è colpa delle donne. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero