«Caduta accidentale in cucina», «caduta da ciclomotore», «morsi di cane»: erano le scuse con cui Monica (il nome è di fantasia)...
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Deborah torna libera: «Volevo solo fermare papà, stringeva mamma per il collo»
L'ultima volta che era finita in ospedale, proprio grazie al protocollo EVA (Esame violenze agite) che segnala i vari referti ed interventi «sospetti», gli agenti del commissariato Colombo erano stati messi in allarme. Anche in quell'occasione la donna, seppur con varie ecchimosi e l'ulna e radio fratturati, aveva cercato di proteggere il compagno con dichiarazioni fuorvianti. I poliziotti hanno impiegato alcuni giorni a rintracciare la vittima nella propria abitazione a Roma e li l'agghiacciante scoperta: la casa aveva i mobili distrutti e le pareti erano sporche di sangue.
Solo dopo alcune ore la donna ha trovato il coraggio di raccontare agli agenti i 13 anni di violenze subite e, formalizzando la denuncia, ha fornito anche alcune foto che lei stessa si era scattato dopo ogni violenza. L'uomo, oltre a colpire la compagna con inaudita violenza - in un caso anche «sopra» ad una frattura recente- la minacciava regolarmente di sfregiarla con l'acido. Il GIP del Tribunale di Roma ha accolto la richiesta degli inquirenti ed ha emesso una misura cautelare in carcere a carico dell'uomo; sono stati gli stessi agenti del commissariato Colombo ad eseguire il provvedimento e ad accompagnarlo in carcere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero