«È donna, lavora nella sanità, ha tra i 35 e i 65 anni»: ecco l'identikit della fascia più colpita dal Covid nel Lazio

«È donna, lavora nella sanità, età compresa tra i 35 e i 65 anni, vive e/o lavora nella Capitale. Su 1.496 casi di contagio sul lavoro nel Lazio da...

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«È donna, lavora nella sanità, età compresa tra i 35 e i 65 anni, vive e/o lavora nella Capitale. Su 1.496 casi di contagio sul lavoro nel Lazio da Covid, 929 sono donne». È la fotografia scattata nell'ultimo report elaborato dalla consulenza statistico attuariale dell'Inail pubblicato ieri, che riporta le rilevazioni dell'Istituto aggiornate al 30 giugno. Rilevazioni che, senza appello, evidenziano come le donne, le lavoratrici, siano state maggiormente sacrificate in nome della propria professione, della propria abnegazione e missione. «E il dato è eclatante perché sono state colpite in misura quasi doppia rispetto agli uomini: il 62,1% delle donne contro il 37,9% degli uomini, ha contratto il virus mentre era al lavoro», sottolinea la Cisl del Lazio.



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«Un dato che colpisce anche se comprensibile. Perché la pandemia ha dilagato nei settori sanitari e socio assistenziali, a tutti i livelli, registrando qui il picco del 69,5% dei contagi, seguiti, a distanza, dalla pubblica amministrazione (16,2%), i servizi (2,8%) e il manifatturiero (2,3%). Il coinvolgimento altissimo delle donne è quindi consequenziale alla presenza massiccia di personale femminile nelle corsie degli ospedali, tra i medici come tra gli operatori dei servizi sanitari e assistenziali, così come nelle case di riposo, fino alla Pubblica amministrazione», spiega il sindacato.


Secondo la Cisl «medici, infermieri, operatori, ausiliari ospedalieri hanno pagato il prezzo altissimo della prima ondata dei contagi, che ha colpito lavoratrici e lavoratori ancora non adeguatamente protetti e formati per affrontare la severità del virus. Anche la Capitale ha pagato un prezzo altissimo. Sui 1.496 casi registrati nella Regione, 1.192, praticamente il 79,7% del totale, sono avvenuti a Roma, compresi 9 decessi. A Frosinone e Latina abbiamo avuto 98 e 56 casi, di cui uno mortale in entrambe le province. Nessun decesso, invece, a Rieti e Viterbo, rispettivamente con 86 casi e 64». «Al di là dei numeri che spiegano le dinamiche e fanno capire gli andamenti - commenta Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio - è evidente che non solo non dobbiamo abbassare la guardia perché il rischio contagio è ancora altissimo, ma proprio le donne, esposte in maggior numero al rischio contagio, andranno tutelate con più attenzione in futuro, specie se, dopo l'estate, dovesse concretizzarsi una seconda ondata di contagi».
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Il Messaggero