La sindaca di Galeata torna a fare l'infermiera: «In questa emergenza non povevo dire di no»

La sindaca di Galeata torna a fare l'infermiera: «In questa emergenza non povevo dire di no»
Il sindaco torna a fare l'infermiera. «Non importa cosa fai ma quanto amore ci metti. In questo momento è necessario mettercene di più», scrive su...

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Il sindaco torna a fare l'infermiera. «Non importa cosa fai ma quanto amore ci metti. In questo momento è necessario mettercene di più», scrive su Facebook Elisa Deo, prima cittadina di Galeata, un paese di 2.500 persone in provincia di Forlì-Cesena.


Il suo nome era nelle graduatorie della Ausl Romagna e quando è stata richiamata per l'emergenza sanitaria dovuta al nuovo coronavirus «non ho potuto dire di no». E così Elisa Deo ha indossato di nuovo il camice da infermiera ed è tornata in corsia all'ospedale Nefetti di Santa Sofia. «Avevo già lavorato lì tre anni fa - racconta al Resto del Carlino la sindaca  che è anche presidente dell'assemblea dell'Unione dei Comuni della Romagna Forlivese - In questa fase di emergenza l'Ausl ha attinto alla graduatoria nella quale figurava anche il mio nome: mi è stato offerto questo incarico a tempo determinato e ho subito accettato la chiamata. Non potevo dire di no in questo momento di grave difficoltà per i pazienti e per tutto il personale sanitario. Ho studiato per fare l'infermiere, ho fatto i tirocini richiesti e, nonostante i tanti impegni, voglio dare il mio contributo».




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«Ho studiato per fare l’infermiere, ho fatto i tirocini richiesti e, nonostante i tanti impegni, voglio dare il mio contributo. Inoltre conosco bene il personale che vi opera, professionisti seri e umani. Da amministratore mi sono sempre battuta perché il Nefetti non sia mai ridimensionato, ma anzi qualificato perché è un presidio sanitario importante per tutto il territorio», racconta in un'intervista la prima cittadina infermiera, madre di una bambina di due anni e mezzo. «Il passaggio alla fase 2 deve essere progressivo e meditato.  Dobbiamo evitare il ‘liberi tutti’ altrimenti il virus riparte. Abbiamo ancora due settimane di serrata fino al 3 maggio e quindi fino ad allora dobbiamo seguire le indicazioni» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero