Norvegia, la Premier registra danza "della distanza sociale" per insegnare a rispettare gli altri

Norvegia, la Premier registra danza "della distanza sociale" per insegnare a rispettare gli altri
La premier della Norvegia, Erna Solberg preoccupata che la gente non rispetti le distanze sociali - specie ora che sta arrivando la bella stagione - ha deciso di correre ai ripari...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La premier della Norvegia, Erna Solberg preoccupata che la gente non rispetti le distanze sociali - specie ora che sta arrivando la bella stagione - ha deciso di correre ai ripari e registrare un video per fare capire quanto spazio deve essere mantenuto per evitare il contagio.


Assieme ad alcuni suoi ministri e collaboratori ha registrato un video in cui balla «la danza della distanza sociale», di fatto mostrando ai ragazzi che occorre almeno un metro e mezzo, tanto è l'ampiezza dell'apertura delle braccia, per garantire protezione al prossimo. I ministri che erano con lei, terminato il video - che sta impazzando in Norvegia - hanno dichiarato che si tratta di un esperimento divertente ed efficace, che serve a sdrammatizzare il momento di crisi ma nello stesso tempo a resposabilizzare le persone.



 «E' un modo per fare capire che occorre avere cura gli uni degli altri» ha detto Erna Solberg, l'unica premier al mondo che per fare capire quanto fosse grave la situazione all'inizio della pandemia è scesa in campo per parlare direttamente anche ai bambini e farsi fare domande direttamente da loro, spiegando ad ognuno in che cosa consisteva questo sforzo collettivo che veniva richiesto a tutti, a restare in casa, a non vedere gli amici della scuola e a rinunciare agli sport. 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero