«Noi, isolati e senza assistenza. Non abbandonateci». Le mamme dei ragazzi disabili nei giorni scorsi avevano chiesto aiuto con lettere a appelli. Stare chiusi in casa...
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Le mamme di figli disabili: «Siamo reclusi e senza assistenza, lo Stato non ci abbandoni»
«La Regione sta prestando massima attenzione a queste problematiche, mettendo in campo misure per rispondere alle esigenze di intervento domiciliare permanente, continuativo e globale», comunica la direzione regionale per l'inclusione sociale e area welfare ai Comuni e alle Asl. «Molte manifestazioni del disagio, proprie dei quadri diagnostici citati e aggravate dalla situazione attuale, sono scarsamente gestibili nell’esclusivo spazio del domicilio in una condizione di restrizione assoluta dei movimenti. È dunque necessario e quanto mai auspicabile, in tale fase emergenziale, consentire eventuali uscite dall’ambiente domestico come indispensabile azione di prevenzione e gestione delle crisi comportamentali connesse alle relative condizioni psicopatologiche».
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A patto che le uscite avvengano solo «se strettamente necessario, restando nei dintorni di casa, rispettando le regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio del virus. L'esigenza di uscire deve essere autocertificata. L’accompagnatore avrà cura di portare con sé il modulo predisposto dal Ministero dell’Interno, indicando quale sia la ragione di "necessità" dello spostamento, a piedi o con mezzo privato» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero