«Questa negra se ne andrà alle 17. Mi dicevano così in cucina. Scommettevano soldi che sarei rimasta solo quattro ore». Hanno perso tutti. Victoire...
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Solo ricordi adesso, ma fa male ancora parlarne e Victoire cambia voce. Lei non ha mollato quella e altre cucine, la passione per i sapori e gli accostamenti creativi l'ha portata lontano. Adesso, ogni martedì su "Gambero rosso", canale 412 di Sky, conduce per 10 settimane un programma: “Il Tocco di Victoire”, un format originale in onda in prima serata.
In ogni puntata Victoire - che oggi è sposata, ha un figlio di 12 anni e vive a Milano - si lascia ispirare dalla storia e dalla personalità di un ospite per creare due ricette originali, la scelta di ogni ingrediente ha un preciso significato.
Largo alle chef, sfida internazionale tutta al femminile
«L'idea del programma mi è venuta un anno fa, in ospedale. Ero ricoverata, avevo subito un intervento. Sapevo che non sarei potuta rientrare presto in cucina e così ho pensato a qualcos'altro». La scoperta della cucina da piccola, «eravamo una grande famiglia, noi donne facevamo i turni per cucinare. E quando da bambina venivo derisa perché ero troppo magra mi rifugiavo in cucina». In Italia Victoire era venuta con l'idea di proseguire gli studi in Giurisprudenza, poi ha scelto un'altra strada: la scuola alberghiera a Feltre (in provincia di Belluno) e i corsi di alta cucina a Milano. I primi lavori, durissimi. «Tornavo la sera sempre molto tardi, più volte sono stata aggredita per strada. Ho subito stupri in Congo e anche in Italia. Tanto è una nera, con chi vuoi che vada a lamentarsi: il pensiero era questo. Ma ero sopravvissuta a ben altro, dopo che vedi la morte in faccia come l'ho vista io nel mio paese niente può farti più paura». In cucina Victoire raccoglie i primi successi, diventa la chef di un prestigioso hotel di Cortina d’Ampezzo e in Piemonte, seconda classificata a un talent show, Top chef Italia, tanti premi, le lezioni, un progetto audiovisivo sul web dal titolo “make taste and change” e adesso l'avventura in tv. «É stato tutto molto difficile, ma devo dire grazie a quell'Italia che mi ha permesso di essere arrivata fin qui».
Qualche mese fa Victoire ha perso una bambina, si è sentita male in cucina. «Avrei dovuto fermarmi ma non potevo. Una chef che resta incinta o pensa di mettere su famiglia diventa una mela marcia, un pomodoro secco da buttare. Se aspetti un bambino ti buttano fuori dalla squadra, diventi una difficoltà. Chi ambisce a diventare una chef quotata deve rinunciare a una parte della sua vita. Questa è una violenza, non minore di quella di uno stupro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero