Lucha y Siesta, i soldi della Regione per salvare il centro antiviolenza

Lucha y Siesta, i soldi della Regione potrebbero salvare il centro antiviolenza
La battaglia per Lucha y Siesta a una svolta: 2,4 milioni dalla Regione per salvare il centro antiviolenza del Tuscolano, a Roma. Qualche giorno fa è stato presentato un...

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La battaglia per Lucha y Siesta a una svolta: 2,4 milioni dalla Regione per salvare il centro antiviolenza del Tuscolano, a Roma. Qualche giorno fa è stato presentato un emendamento al bilancio regionale che prevede uno stanziamento per il centro antiviolenza sotto sfratto.

Marta Bonafoni ed altri 9 consiglieri hanno presentato la proposta, al vaglio ora della Pisana. I fondi chiesti, ha spiegato la consigliera, ora capogruppo della Lista Zingaretti, sono
«finalizzati alla salvezza della Casa delle donne Lucha y Siesta». Si tratta di risorse che, se la proposta passerà, «permetteranno a quell'esperienza unica nel suo genere di non essere smembrata e di restare nel quartiere dove da 11 anni svolge il suo lavoro di prevenzione e contrasto alla violenza di genere».


Casa delle donne Lucha y Siesta, appello alla Raggi: «Ci ascolti e non ci sgomberi»

«Diamo Lucha alla città» è la campagna portata avanti dalle associazioni femministe per salvare il centro anti-violenza che si trova in uno stabile occupato di proprietà dell'Atac. La società ha deciso di
vendere il suo patrimonio immobiliare nell’ambito della procedura di concordato preventivo, tra cui anche lo stabile di via Lucio Sestio 10. Le associazioni avevano lanciato mesi fa una raccolta di fondi per l'acquisto della stabile. Adesso i soldi che arriverebbero dalla Regione potrebbero essere usati per comprare lo stabile, facendo un'offerta al curatore fallimentare. Oppure potrebbero essere usati, per ristrutturare un immobile che fa parte del patrimonio regionale e si trova nei pressi dell'attuale sede del centro antiviolenza.

La lotta contro la chiusura della casa delle donne Lucha y Siesta, al via raccolta fondi per l'acquisto dello stabile

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Il Messaggero