La fase 3 per loro non è mai cominciata e nemmeno la 2. Le caregiver sono ferme alla fase 1, in piena emergenza, «finché non riaprono i servizi la vita...
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«È un gesto che ci ridà speranza, ci fa sentire meno soli, meno trasparenti, meno indifesi - scrivono i caregiver nella lettera - Per noi caregiver familiari è difficile anche pensare di esporre la nostra dimensione di vita, abituati come siamo alla rinuncia di tutti i diritti relativi alla nostra individualità, che dovrebbero invece essere inalienabili. L’individuazione di un bonus è un gesto significativo che non rimanda la presa di coscienza che noi esistiamo. La preghiamo di sostenere fino in fondo questo riconoscimento alla nostra condizione e dignità di persone. Di dare un segnale minimo ma tangibile che non ci avete dimenticati, che usciamo dall’ombra e che ci riconoscete apertamente il servizio che rendiamo e abbiamo reso a tutta la collettività sobbarcandoci l’aggravio di cura dettato dalla sospensione delle prestazioni che sono indifferibili perché figlie dei diritti dei nostri congiunti con disabilità».
La lettera di Caregiver Familiari Comma 255 ha già raccolto oltre 2mila sottoscrizioni in un giorno. «Chiediamo di essere riconosciuti senza ulteriori rimandi ad una legge che è ferma in Senato da due legislature e non riesce a trovare una formulazione corretta per la definizione della figura del Caregiver Familiare, per il riconoscimento di un indennizzo e di tutele idonee a dare dignità a queste persone che con infinito amore ma a prezzo della propria individualità si prendono cura di congiunti con disabilità conviventi, sostituendosi alle carenze dello Stato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero