Donne, madri, detenute, ma anche agenti della polizia penitenziaria, addette alla sorveglianza, tutte donne accomunate nelle proprie differenze dalla condivisione di uno spazio...
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Le sue istantanee saranno in mostra dal 15 al 30 giugno nella Manica Lunga di Palazzo d'Accursio a Bologna: l'esposizione è promossa dall'Associazione "Il Poggeschi per il carcere" e dal Comune. Corelli è entrato con il proprio occhio fotografico in quasi tutte le case circondariali femminili in Italia, un percorso che lo ha portato da Palermo a Trento, passando per Rebibbia, San Vittore e per la Dozza di Bologna. Le foto fanno emergere l'umanità rinchiusa dentro la realtà delle case circondariali, dove le persone condividono anche le situazioni più intime e personali e i sentimenti positivi e negativi si esaltano. Il progetto è stato reso possibile grazie al ministero di Giustizia, al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, alle varie case circondariali con il proprio personale. Giampiero Corelli, nato a Sant'Alberto (Ravenna), è fotoreporter da più di 30 anni e collabora con diverse testate giornalistiche. Tra i suoi lavori, alcune pubblicazioni e mostre come: "Io non mi arrendo, dieci storie di badanti"; "Donne che non tremano, i volti e le storie dopo il terremoto de L'Aquila"; "Il vento negli occhi, reportage sulle donne soldato in Afghanistan". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero