Calcio femminile, salta negli Usa la trattativa per la parità di guadagno

La vittoria ai mondiali
Finirà davanti ad un giudice, con tutta probabilità, la vertenza tra la Federcalcio Usa (Ussf) e le giocatrici della nazionale, reduci dalla vittoria del mondiale,...

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Finirà davanti ad un giudice, con tutta probabilità, la vertenza tra la Federcalcio Usa (Ussf) e le giocatrici della nazionale, reduci dalla vittoria del mondiale, sul tema della parità retributiva tra i calciatori. «Abbiamo avviato la mediazione con l'Ussf piene di speranze - ha detto la rappresentante le atlete, Molly Levinson - ma dobbiamo interrompere questi incontri fortemente deluse dalla determinazione della federazione nel perpetuare un atteggiamento discriminatorio».

Altrettanto decisa la reazione della federazione, secondo cui «l'approccio della controparte è stato eccessivamente aggressivo e in sostanza improduttivo». «Apprezziamo le nostre giocatrici e lo abbiamo dimostrato continuamente, fornendo loro un compenso e un supporto che supera qualsiasi altra squadra femminile nel mondo», afferma ancora la federazione, che sostiene la volontà di «continuare la trattativa in buona fede e senza forzature».

A fine luglio Carlos Cordeiros, il presidente delle associazioni di football americano, ha inviato alle calciatrici statunitensi della nazionale (che hanno ingaggiato una battaglia per avere i medesimi compensi dei colleghi maschi) una lettera dettagliatissima nella quale rispedisce al mittente le loro richieste. A suo parere in questi anni le calciatrici della nazionale hanno guadagnato forse più dei maschi, specificando di avere fatto dei calcoli precisi. Inoltre, ha aggiunto, che non esiste un divario basato sul gender.
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Il Messaggero