Calcio donne, la società trattiene e paga la portiera incinta. «Gesto di civiltà»

Alice Pignagnoli
«Ecco a voi il motivo per cui non scendo in campo da qualche mese». Alice Pignagnoli, portiere titolare del Cesena calcio, la più giovane squadra della serie B...

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«Ecco a voi il motivo per cui non scendo in campo da qualche mese». Alice Pignagnoli, portiere titolare del Cesena calcio, la più giovane squadra della serie B femminile, pubblica su Instagram la foto del pancino e del marito che bacia il ventre appena arrotondato. «É incredibile e magnifico come la vita possa sconvolgere tutto in un attimo». Alice è incinta e se non fosse una calciatrice ci sarebbe solo da gioire. Ma le sportive non hanno tutele per la maternità, quindi c'è anche la paura di restare fuori squadra e senza soldi. Alice ha gioito e anche tremato quando ha scoperto di aspettare un bambino, e adesso ringrazia nel suo post la società del Cesena calcio femminile «che ha accolto la notizia con gioia, forse più della mia, diversamente da quello che mi sarei aspettata».


   
Alice Pignagnoli, 31 anni, dal 2016 sposata con Luca Lionetti, calciatore anche lui,  resterà nel Cesena, la società di calcio ha deciso di trattenerla, mantenendo i rimborsi spese: il portiere seguirà la squadra ogni domenica ed entrerà nello spogliatoio, scrive il Corriere di Romagna.  «Le mie compagne e la mia società mi hanno dato la forza - dice Alice - di affrontare con serenità un momento tanto bello e altrettanto difficile nella vita di un atleta». 
Aspettare un bambino per una sportiva può rappresentare la fine della carriera. Le calciatrici non sono professioniste e la gravidanza può far interrompere il contratto con la società. Il Cesena calcio ha invece trattenuto la giocatrice.
«Ne approfitto - continua Alice - per ricordare a tutti che la maternità nel calcio femminile non deve essere un tabù com'è stato in passato. Parliamone e soprattutto, essendo un diritto di tutte le atlete, supportiamole sia noi che le società, come ha fatto il Cesena».

All'inizio, ha confidato Alice, «mi sono anche sentita in colpa, il ruolo del portiere è importantissimo, è come se avessi abbandonato la nave». Il presidente del Cesena, Massimo Magnani, assicura che il prossimo anno «tesseremo lei e il nuovo arrivato. Dopo averla festeggiata, abbiamo proposto ad Alice di continuare a seguire la squadra a spese nostre. Non potevamo privarci della sua figura».
 


Tutti contenti, dunque, mamma Alice tornerà a giocare nella sua squadra. «Una buona notizia, un grande gesto di civiltà da parte della società mantenere il rimborso spese alla calciatrice», commenta Luisa Rizzitelli, presidente di Assist, l'associazione che tutela i diritti delle atlete. «Non sarebbe dovuto dal momento che le calciatrici, in quanto dilettanti, non stipulano con le società reali contratti di lavoro ma scritture private che prevedono la rescissione nel caso in cui l'atleta resta incinta». Alice potrà comunque contare nel fondo di sostegno alla maternità rifinanziato dal governo: le spettano mille euro al mese per dieci mesi.

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C'è ancora tanta strada da fare per quel che riguarda il passaggio delle atlete al professionismo. Lo scorso dicembre la commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge di bilancio 2020 che prevede l’estensione alle donne «delle tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo», cioè il professionismo, finora riservato ai settori maschili. «Un passo in avanti, senza dubbio», aggiunge Rizzitelli. «Un piccolo passo in avanti: ma fino a quando non sarà modificata la legge 91, che riconosce il professionismo sportivo solo agli uomini, niente potrà cambiare. Inoltre l'emendamento approvato prevede un contributo di 3 anni alle società che vogliono inquadrare le atlete come professioniste. La sceltà è a discrezione delle società che se anche volessero al momento non potrebbero farlo».




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Il Messaggero