L’emozione che crea ti trafigge, anche chi non ha uno sguardo avvezzo all’arte ne resta folgorato. Per questo e molto altro la “Ragazza triste” non...
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Domani - martedì 14 luglio - nel giorno della Festa nazionale francese, il dipinto verrà formalmente restituito alla Francia. Da Ancona, dove è stato custodito nel caveau della caserma carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale, è in arrivo a Roma. Alle 15 di domani sarà esposto a Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata di Francia. Alla conferenza stampa nel Salone d’Ercole, alla presenza dell’ambasciatore Christian Masset, ci saranno il procuratore capo della Dda dell’Aquila, Michele Renzo e del sostituto David Mancini che hanno coordinato e diretto le attività investigative, dei loro collaboratori di polizia giudiziaria, del tenente colonnello Emanuele Mazzotta comandante della compagnia di Alba Adriatica e del generale Roberto Riccardi del comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Ancona. Seguirà, poi, un incontro istituzionale con il premier Giuseppe Conte che ringrazierà personalmente magistrati e investigatori per il loro lavoro d’indagine che ha permesso di far ritrovare un’opera di grande valore. Poi partirà per la Francia dove, con ogni probabilità, sarà esposta alla sede dell’Unesco a Parigi.
Per un anno la Ragazza in lutto è sparita nel nulla. Impacchettata con del cellophane nero e portata con un furgone in Italia, lasciata in una soffitta di un casolare di Sant’Omero, paesino in provincia di Teramo, dove la campagna è tagliata da una lunga strada di passaggio che collega al mare. E in quel posto sarebbero dovute avvenire le visite di potenziali acquirenti del florido mercato del contrabbando di opere d’arte, la vendita e il trasferimento verso un paese lontano. Il lockdown ha rallentato il “progetto” e di fatto favorito le indagini, partite dalla Francia e arrivate in Italia grazie alla collaborazione tra i carabinieri e la gendarmerie francese. Il 10 marzo la Ragazza in lutto è stata ritrovata e ha folgorato gli investigatori. Due italiani, nati in Francia, un albergatore di 56 anni di Tortoreto e un ex commerciante di auto 60enne di Giulianova, sono indagati per ricettazione con un magrebino 40enne, di nazionalità francese che risiede a Tolone, che ha portato il dipinto in Italia e lo ha affidato all’amico albergatore con la mediazione del 60enne. I ladri del Bataclan sono stai fermati qualche giorno dopo nel sud della Francia: otto arresti e un nono complice in fuga. Cerchio chiuso. I due italiani saranno processati in Francia. E contro di loro, oltre ai pedinamenti e accertamenti tecnici, c’è quel candore nel dire: «Non sapevo che fosse di così grande valore quel dipinto in soffitta», che non ha convinto nessuno, visto che la bellezza dell’opera è tale da non poter non destare sospetti.
Come ha scritto Le Monde, in un intervista al gallerista Baptiste Ozenne: «C’è un mercato per le opere di Banksy prese dalla strada. Alcuni galleristi sono specializzati nell’acquisto dai proprietari delle mura e rivendono dai 200mila fino ai 600mila euro». Pare che l'opera rubata al Bataclan fosse diretta verso i paesi arabi, ma riscontri in tal senso non sono stati ancora trovati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero