Rivoluzione negli asili nido del Lazio. Turni più lunghi, fino a 12 ore, servizi sperimentali di giorno anche nei parchi o nelle fattorie, e di notte anche nelle aziende...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Roma, Sos centri estivi: mamme e papà al lavoro, 5 mila bimbi senza posto
Allarme infanzia a Roma, graduatorie sospese: «Un terzo dei nidi ha già chiuso»
Coronavirus, il 15% degli asili nido chiusi dopo il lockdown: per le mamme è addio al lavoro
Per la sezione lattanti è prevista una quota di riserva per un numero di posti non inferiore al 20% rispetto a quelli autorizzati. Viene fissato per il nido un orario quotidiano che, a partire dalla mattina, va da un minimo di sei a un massimo di 12 ore, garantendo come minimo 5 giorni alla settimana per dieci mesi all'anno. E poi sono previsti servizi sperimentali, uno di giorno che potrà essere attivato in strutture quali fattorie, agriturismi, riserva naturale e parchi, e l'altro previsto in orario notturno e nei giorni festivi all'interno dei servizi educativi aziendali, grazie a un'agevolazione finanziaria per le aziende che prevede la realizzazione di vere e proprie scuole dell'infanzia in ufficio. In questo secondo caso, la Regione promuove un servizio che, sulla base di esigenze lavorative dei genitori, può prevedere l’apertura anche nelle giornate di sabato e/o di domenica, durante le vacanze natalizie e pasquali, nei mesi estivi.
«Il sistema integrato garantisce la continuità educativa, anche attraverso la costituzione di Poli per l’infanzia, con un’offerta qualificata e all’avanguardia e individuando una serie di servizi educativi per l’infanzia, diversificati e adattabili alle esigenze di ciascuna famiglia e/o territorio, anche dando copertura legislativa a esperienze già avviate de facto», spiega Eleonora Mattia.
Oltre alle nuove norme per asilo nido, micro-nido e sezione primavera, si aggiungono i servizi educativi sperimentali in natura, come l’asilo nel bosco o l’agrinido, e nei luoghi di lavoro.
«È il più grande investimento educativo realizzato da decenni nella Regione Lazio e sul nostro patrimonio più grande che sono appunto le bambine e i bambini», aggiunge Mattia. «Tra gli obiettivi, rendere gratuiti i nidi per tutti, far emergere il sommerso e arrivare su tutto il territorio, anche nei Comuni delle aree interne, al target europeo del 33%».
La nuova legge mira a costruire un sistema integrato di servizi per l’infanzia non solo di qualità, ma anche inclusivi e veramente accessibili a tutte e tutti. Per le bambine e i bambini con bisogni educativi speciali sono previsti piani educativi personalizzati elaborati in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni, i servizi delle Aziende sanitarie locali e genitori nelle fasi di elaborazione e attuazione del piano educativo. É previsto che i Comuni, nel definire i criteri di accesso ai servizi educativi a offerta pubblica, diano priorità ai casi di disabilità e bisogni educativi speciali, alle famiglie con due o più figli in età di obbligo scolastico, a situazioni di disagio sociale e/o economico della famiglia, attestato dai servizi sociali territoriali, riconoscendo priorità alla famiglia monoparentale, a particolari condizioni di lavoro dei genitori, alla condizione di detenzione di uno o di entrambi i genitori, alla condizione di orfani di vittime di femminicidio, nonché alle altre situazioni familiari individuate dai comuni, dai consultori, dalle case rifugio, dalle case famiglie o dai centri antiviolenza. «Per quanto riguarda gli spazi dedicati ai servizi di educazione e istruzione la nuova legge disciplina nel dettaglio le caratteristiche e i requisiti degli spazi, interni ed esterni, degli arredi e dei giochi nei servizi educativi che tutelino la salute, il benessere e la sicurezza delle bambine e dei bambini. Vi è un riferimento esplicito al diritto alla sicurezza scolastica, inteso come combinazione degli elementi di sicurezza strutturale e antisismica, urbanistici, architettonici, di abitabilità, salubrità, comfort, assenza di barriere architettoniche e complessiva accessibilità per gli studenti disabili e delle misure di prevenzione, protezione e soccorso». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero