In Italia 80 mila aborti l'anno, concentrati in una età media di donne dai 20 ai 35 anni soprattutto straniere

In Italia 80 mila aborti l'anno, concentrati in una età media di donne dai 20 ai 35 anni soprattutto straniere
Ogni anno vengono praticati in Italia circa 80 mila aborti. Quarantadue anni fa veniva consentita dalla legge 194 l'Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Con questa...

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Ogni anno vengono praticati in Italia circa 80 mila aborti. Quarantadue anni fa veniva consentita dalla legge 194 l'Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Con questa norma una donna per motivi di salute, economici, sociali o familiari puo' richiedere di abortire entro i primi 90 giorni di gestazione (cioe' 12 settimane e 6 giorni). Oltre questo termine, l'aborto volontario e' ammesso solo quando la gravidanza o il parto comportano un grave pericolo per la vita della donna, o sono accertate gravi malformazioni del nascituro che possano determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della madre.


L'agenzia di stampa Dire ha effettuato un bilancio e tracciato un identikit di chi ricorre all'aborto. Attualmente si contano circa 80 mila interventi all'anno in una fascia d'eta' compresa tra i 15 e i 49 anni. L'eta' media si aggira tra i 20 e i 35 anni d'eta' e questo evidenzia che non si registrano alti tassi di abortivita' tra le giovanissime. La fascia dove l'incidenza e' maggiore, nel segmento intermedio, e' quella con una crescente attivita' sessuale.

Le straniere presenti nel nostro Paese, dagli anni Novanta in poi, rappresentano un terzo del totale degli aborti praticati annualmente in Italia. Nelle regioni dove la presenza di straniere e' maggiore si registra il loro maggior numero di interruzioni volontarie di gravidanza.

Angela Spinelli, direttore del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell'Istituto Superiore di Sanita' spiega che contrariamente a quanto comunemente si pensa, le donne che abortiscono non sono tanto le lavoratrici quanto piuttosto le casalinghe, o comunque donne con un titolo di studio basso.

Il consultorio resta la struttura di riferimento per le donne anche perche' e' il luogo dove viene rilasciato alla paziente il documento da esibire in ospedale per poter fare l'intervento soprattutto se urgente.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero