PESARO - Avevano organizzato un traffico di ragazze ma anche di ragazzi dal Brasile verso l’Italia per avviarli alla prostituzione in diverse città del Paese, compresa Pesaro...
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Ora la squadra Mobile di Torino ha stroncato il giro di prostituzione che aveva il capoluogo piemontese come centro, arrestando Marcia Donore De Jesus, brasiliana di 53 anni, e Analia Libia Macedo De Oliveira, 47 anni, brasiliana di Recife. Sono ritenute entrambi responsabili di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in danno di giovani donne e uomini provenienti per lo più da alcuni paesi del Sud America, soprattutto dal Brasile. L’indagine è nata dalle denunce - formalizzate ad aprile 2012 e a maggio 2012 - da una cittadina brasiliana che riferiva di essersi prostituita a Torino e in altre città d’Italia per conto degli indagati, nel periodo compreso tra novembre 2008 e marzo. A quel punto è scattata l’indagine. Con intercettazioni e pedinamenti la polizia è riuscita a far luce sull’esistenza di un gruppo, costituito da brasiliani e do cui fanno parte le due donne arrestate, che gestiva la prostituzione di numerose ragazze che venivano fatte arrivare in Italia dal Sud America e dalla Spagna. Le ragazze (ma c’erano anche uomini, in base alle richieste del mercato), giunte sul territorio nazionale, venivano a quel punto smistate e trasferite negli alloggi a disposizione della banda, in varie città italiane, fra cui Torino, Aosta, Siena, Porto d’Ascoli, Paestum, Como, San Benedetto del Tronto, Cremona e, appunto, Pesaro, dove si aveva la disponibilità di diversi appartamenti, anche fuori città.
Stando a quanto ricostruito dalla polizia torinese le due donne, insieme ad altri complici che risultano indagati avrebbero infatti creato delle vere e proprie cellule regionali, collocando però la centrale operativa a Torino. In sostanza le strutture regionali, tra cui figurano le Marche con Pesaro, Porto d’Ascoli e San Benedetto del Tronto, erano delle vere e proprie sedi periferiche dove le giovani donne erano destinate e costrette a prostituirsi nelle case. Case che venivano prese in affitto attraverso annunci pubblicati su siti internet specializzati, ma di fatto gestendo tutte le telefonate dei potenziali clienti direttamente da Torino. Il giro di affari delll’organizzazione guidata dalle due brasiliane si agggirava intorno al milione di euro annuo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero