URBINO - Identificato e denunciato il vandalo che tagliave le gomme alle auto dei dipendenti del distretto Asur in via Giannetto Dini. In un mese, secondo le ricostruzioni degli...
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L’uomo, un 48enne originario di Urbino denunciato all’autorità giudiziaria per danneggiamenti, è stato «incastrato» dalle testimonianze di alcuni cittadini e dall’oggetto utilizzato per danneggiare i veicoli in sosta, ovvero un punteruoolo, ritrovato in suo possesso. Il 48enne infatti aveva iniziato lo scorso 28 giungo una «battaglia» personale (i motivi molto probabilmente sono da ricercare nella sua delicata e precaria vita privata) contro l’azienda Asur. In quell’occasione l’uomo, armato di un punteruolo con punta a vite, aveva forato le gomme di quattro autovetture dell’azienda sanitaria: due automobili in quell’occasione avevano riportato danneggiamenti a due pneumatici, mentre le altre due vetture coinvolte avevano riportato la foratura di un’unica gomma. Una foratura strana, particolare: lo pneumatico infatti non veniva squarciato come di norma succede quando viene usato un taglierino, ma veniva forato più o meno in profondità, a seconda del tempo a disposizione dell’uomo, lasciando la gomma nei primi istanti al suo stato originale. Così il danno poteva essere scoperto anche diversi giorni dopo l’accaduto se il foro non era arrivato in profondità. Ciò che ha destato maggiore preoccupazione è stata la seconda ondata di danneggiamenti, avvenuta il 14 luglio scorso. In quell’occasione l’uomo aveva preso di mira due auto private di alcuni dipendenti Asur: sempre armato di punteruolo aveva bucato altre due gomme. «Grazie alla collaborazione con i cittadini –spiega il dirigente del commissariato, Simone Pineschi- siamo riusciti ad individuare l’autore. Un risultato ottenuto in tempi rapidi che ci ha permesso di risolvere una situazione che stava creando disagio ai dipendenti dell’Asur». L’uomo, con problemi di alcolismo, disoccupato e da poco separato, ha negato di essere il responsabile, ma contro di lui ci sono prove ritenute «inequivocabili». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero