Ancona, ricatto dopo il rapporto omosex: il gigolò finisce sotto accusa

Ancona, ricatto dopo il rapporto omosex: il gigolò finisce sotto accusa
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«Sono venuto ad Ancona da Rimini per conoscerlo. Abbiamo cenato, preso qualcosa da bere e poi, mentre tentava un approccio sessuale, mi ha rubato il cellulare. Per riprenderlo, sono stato costretto a cedere al suo ricatto: consegnargli mille euro in contanti». C'è un retroscena omosex dietro l'accusa di estorsione mossa a un nigeriano di 26 anni residente nel capoluogo marchigiano. Ieri, la presunta vittima, un riminese di 38 anni, si è seduto sul banco dei testimoni in Tribunale per raccontare quello che avvenne nell'autunno del 2015.


«Ci eravamo conosciuti su un sito di incontri - ha detto in udienza - perché lui cercava un ragazzo con cui trascorre del tempo a pagamento. Io volevo solo conoscere qualcuno e così l' ho invitato a cena e sono partito per Ancona, dove abbiamo mangiato. Poi, siamo andati con la mia auto fino ad una discoteca di Monsano. Al ritorno, ci siamo appartati in un parcheggio buio. Lui ha tentato un approccio sessuale e all'improvviso il mio Iphone 6 plus non c'era più». Dopo il furto, il 26enne si è dato alla fuga e il riminese è tornato in discoteca per cercare qualcuno che conoscesse il suo aguzzino. «Alla fine sono tornato nel parcheggio e c'era lui ad aspettarmi. È salito in auto e mi ha detto: "se vuoi rivedere il telefono dammi mille euro"». Il tutto, secondo l'accusa, sotto la minaccia di un coltellaccio da cucina. I soldi furono ritirati in due bancomat diversi. Dopo il ritorno a Rimini, il 38enne denunciò l'accaduto ai carabinieri locali che con un escamotage arrestarono il presunto estorsore. Per la difesa, rappresentata dal legale Simone Matraxia, tra i due uomini fu consumato un rapporto sessuale e i mille euro avrebbero dovuto coprire la prestazione offerta e concordata prima del rapporto.

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Il Messaggero