PORTO RECANATI (Macerata) - Lo chiamavano “Big One”. Aveva in corpo cento ovuli di eroina che con lui, anzi in lui, avevano viaggiato da Islamabad a Parma con tre scali...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La droga, secondo quanto emerso dalle indagini, era destinata all’Hotel House di Porto Recanati dove sarebbe stata poi venduta all’ingrosso. Big One, fermato lo scorso 22 novembre, è uno dei 33 afghani e pakistani che negli ultimi due anni hanno portato nelle Marche ben 56 chilogrammi di eroina e 600 grammi di cocaina. Il suo compenso per l’attività di corriere non superava i 550euro. L’attività è stata coordinata dalle Procure di Macerata e Ancona. Su disposizione di quest’ultima, i finanzieri del GOA stanno eseguendo inqueste ore ulteriori quattordici ordinanze cautelari a Porto Recanati, Monte San Giusto e Morrovalle. Si tratterebbe delle menti di un’unica organizzazione criminale. Numeri da capogiro quelli emersi nell’operazione “Happy Meal”, la prima che ha sgominato il maxitraffico di stupefacenti proveniente dal Pakistan. I 56kg di eroina di alta qualità muovevano un giro di affari vicino ai cinquantasei milioni di euro. I basisti coordinavano il trasporto dall’hotel House e da piccoli comuni del maceratese. In patria c’era chi reclutava disperati corrieri, come Big One, per una manciata di euro e un chiaro messaggio: "se qualcosa va storto ce la prendiamo con la tua famiglia". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero