PESARO - Lei lo lascia e lui se la prende col genero della ex. Lo insulta per telefono, di persona, lo pedina, lo insegue e arriva fino a presentarsi al posto di lavoro dell'uomo...
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Tra cui, anche un poliziotto che presente per caso all'ennesimo episodio, si mette in mezzo, chiede i documenti all'amante abbandonato e furioso che però tenta di scappare in auto trascinando per diversi metri l'agente. E così il caso finisce davanti al giudice con le accuse di stalking e resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Sul banco degli imputati, un imprenditore 70enne di Tavullia (difeso dall'avvocato Francesco Coli). Parte offesa, invece, il pizzaiolo genero della ex dell'imprenditore, reo di aver messo il dito tra i due. Tutto nasce quando finisce la storia tra il 70enne e la donna, una vedova di 65 anni. L'uomo non vuole andarsene dalla casa dove hanno convissuto. Casa di proprietà della donna che, pur di liberarsi dell'ex, fa le valige e se ne va. Poco dopo però la 65enne chiede di avere solo i suoi mobili. Lui si oppone. E a quel punto interviene il genero della donna che riesce a rientrare in possesso della camera da letto. A quel punto esplode la furia cieca dell'imprenditore di Tavullia contro il "paladino" della sua ex. E da quel momento comincia l'incubo per il giovane pizzaiolo, che diventa la vittima delle persecuzioni del 70enne. Scattano le denunce e poco dopo arriva anche una diffida del gip Lorena Mussoni di avvicinarsi alla vittima dello stalking. Ma ci vuole altro per fermare l'amante inferocito. La sentenza alla prossima udienza del 13 aprile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero