Panama Papers, spunta il nome del pesarese Lelli

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PESARO - "Sorpreso di vedere il mio nome nella lista dei Panama...

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PESARO - "Sorpreso di vedere il mio nome nella lista dei Panama Papers, è una cosa assurda. Sono sempre stato stimato per la mia correttezza. Non so assolutamente nulla di questa vicenda. Magari avessi milioni di euro, andrò ad indagare, chissà se qualcuno me li ha lasciati in eredità...". C'è anche un pesarese tra i primi cento nomi, pubblicati dall'Espresso, degli italiani coinvolti nello scandalo dei conti offshore emerso dai Panama Papers, 11,5 milioni di documenti top secret e divulgati alla stampa da una talpa interna allo studio legale Mossach Fonseca. E' Alessandro Lelli, professore universitario di Economia a Bologna e Pescara, ex manager, e attivista di primo piano nel coordinamento che si batte per la bonifica delle armi chimiche in Adriatico. A lungo è stato anche esponente dell'Italia dei Valori, anche se è in fase di uscita dal partito. Nella lista in cui figurano vip, imprenditori, broker, sportivi, Lelli viene indicato come manager, anche se ci tiene a precisare che "da sette anni non faccio più nulla con la mia precedente industria nella quale lavoravo, non sono più un manager". Il professore ieri era in Piemonte, insieme ai suoi studenti universitari in visita in un'azienda, quando è stato raggiunto della notizia dei Panama Papers in cui compariva il suo nome. "Non posso nascondere che sia rimasto sorpreso nel momento in cui mi hanno informato di questa storia – racconta Lelli – è una cosa assurda. Ho letto nei giorni scorsi della vicenda dei Panama Papers sui giornali, ma non ne so nulla, non so nemmeno quale sia la zona dei paradisi fiscali. L'unica cosa che mi dispiace è che ci sia il mio nome, ho sempre avuto una certa reputazione, insegno all'università, sono una persona stimata per la mia correttezza. E tutto questo mi sembra ridicolo". Al telefono il professor Lelli appare sereno, la vicenda non lo turba più di tanto. E, con un tono dal quale traspare un po' di ironia, dice che "adesso andrò a cercare dove sono i miei soldi. Farò un indagine, magari avessi milioni di euro, ma se qualcuno dice che li ho, vuol dire che forse è così. Chissà che qualcuno non me li abbia lasciati in eredità". Parla di "una storia assurda, ho sempre avuto la busta paga, se metto insieme tutte le tasse che ho pagato, potrei mantenere tre pensioni, ma sono sempre stato dipendente, non so come a qualcuno possa venire in mente di indicarmi in quella lista".


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Il Messaggero