Macerata, l'arte moderna entra a palazzo Buonaccorsi

Palazzo Buonaccorsi (foto Calavita)
MACERATA - Code sotto la pioggia per l’inaugurazione della galleria d’arte moderna al Buonaccorsi: Macerata, con il suo “museo in movimento” è una piccola Berlino. Tra le...

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MACERATA - Code sotto la pioggia per l’inaugurazione della galleria d’arte moderna al Buonaccorsi: Macerata, con il suo “museo in movimento” è una piccola Berlino. Tra le “chicche” la scultura di Umberto Peschi, “Autoritratto d’aviatore”, inserita da Dante Ferretti in un film di Pasolini.








Centinaia di visitatori questo pomeriggio hanno ammirato la collezione di arte moderna, allestita al secondo piano dello splendido palazzo settecentesco. Le 150 opere, disposte in 16 ambienti, raccontano cronologicamente le tappe salienti del Novecento maceratese, racchiuso nelle sculture e nei dipinti dei suoi grandi protagonisti.



La città, “l’Atene delle Marche”, come la chiama orgoglioso il sindaco Romano Carancini, a 261 giorni dall’apertura delle sale di arte antica, ha donato ai suoi cittadini un altro prezioso gioiello: «Il museo è in movimento - ha annunciato il primo cittadino - al suo interno ruoteranno le opere del nostro grande patrimonio. Un altro obiettivo sarà inserire palazzo Ricci nella rete museale».



Tra le sezioni, che spaziano dal futurismo di Tano, Tulli, Monachesi, Peschi e Bravi, fino ai grandi nomi presentati dal premio nazionale Scipione nelle edizioni del ’55,’57 e ‘64(Vedova, Cantatore, Schifano e Bartolini, solo per citarne alcuni) c’è anche quella interamente dedicata(con tanto di allestimento audiovisivo) al maestro Ivo Pannaggi, designer, artista e architetto, che dal 1925 curò l’allestimento architettonico di “casa Zampini”.



Perfetta per scopi didattici, la saletta con sei sezioni digital: con un touch, permette di sfogliare contenuti extra, immagini e testimonianze, in continuo aggiornamento. Il percorso, ricco di suggestioni poetiche, storiche e tecnologiche, non ha nulla da invidiare a quello dei grandi musei d'Europa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero