Ascoli, falso olio nuovo nelle lattine “lowcost”

Un momento della raccolta delle olive
Olio nuove, truffe vecchie. L’allarme è scattato sui social network di fronte alla notizia di venditori di lattine spacciate come “extravergine” ma poi risultate alla prova...

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Olio nuove, truffe vecchie. L’allarme è scattato sui social network di fronte alla notizia di venditori di lattine spacciate come “extravergine” ma poi risultate alla prova del laboratorio soltanto olio di semi. E così tra minacce di denunciare le frodi alla Forestale ed altre possibili sofisticazioni è di nuovo allarme per la qualità dell’ “oro verde”.




La pessima stagione e le malattie delle olive (mosca olearia e cimici) hanno fatto schizzare alle stelle il prezzo al frantoio che sta toccando anche punte di 9/10 euro al litro. Altri racconti, parlano di grandi quantità di olio a prezzi stracciato acquistato presso la grande distribuzione organizzata e i cui contenitori vuoti sarebbero stati ritrovati lungo le strade del Piceno. Lo scopo sarebbe stato quello di “allungare” fraudolentemente l’extravergine nostrano.



Per rassicurare e fornire utili indicazioni ai consumatori abbiamo chiesto un parere al professor Leonardo Seghetti, docente di chimica all’Itas Ulpiani, presidente del Consorzio di tutela dell’oliva tenera ascolana dop nonché accademico dell’accademia dell’oliva e dell’olio di Spoleto.

«Bisogna diffidare - dice il prof. Seghetti, uno dei massimi esperti nazionali della materia - di chi vende olio a basso costo senza etichetta, immagini e indicazione della provenienza. Soprattutto in questa stagione quando i prezzi sono alti. Il consumatore deve stare attento perché in questa stagione è difficile trovare un olio di qualità locale ad un prezzo basso. Se poi ci si rivolge all’olio vecchio o straniero il discorso cambia visto che in Spagna e in Grecia ci sono grandi quantità di prodotto. E’ necessario guardare bene le etichette ed evitare prodotti “anonimi” che alla prova del laboratorio possono risultare essere dei comuni olii di semi».



Ma come può difendersi un consumatore di fronte alle sofisticazioni? «Può difendersi - risponde Seghetti - con le qualità organolettiche o affidandosi ad un laboratorio di chimica per le analisi del caso». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero