Geloso, spia l'ex moglie con una microcamera nel bagno. E' successo ad Ancona. Ieri la donna ha testimoniato il Tribunale dove l'uomo, un sottufficiale della Marina...
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Gli atti persecutori sarebbero iniziati nel 2009 quando, dopo vent'anni di relazione e nove di matrimonio, l'uomo, coetaneo della donna, decise di separarsi. Una scelta che per la moglie fu un vero sollievo. Nei mesi precedenti, infatti, il militare avrebbe mostrato nei confronti della coniuge una gelosia ossessiva. La convinzione che la donna avesse degli amanti toccò il suo apice nel periodo post- eparazione, quando ancora i due vivevano sotto lo stesso tetto.
«Quando gli ho detto che non poteva dormire con me - ha riportato la donna - lui ha preso la foto che ritraeva me, mia madre e mia sorella e l'ha bruciata. Diceva che noi eravamo un trio diabolico». Per l'accusa, lui avrebbe messo in bagno una microcamera per spiare l'ex moglie: «E un'altra ce ne era in corridoio. I fili portavano dritti alla sua camera, la cui porta era sempre chiusa con un
catenaccio». Per ascoltare ogni conversazione, cercando di pizzicare la donna al telefono con presunti amanti, l'uomo avrebbe applicato un registratore audio nel mobile dove era appoggiata la cornetta. E poi, le lesioni: «Una volta mi picchiò con una ciabatta in
legno, un'altra tirandomi dei calci».
La prossima udienza probabilmente la sentenza
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Il Messaggero