Macerata, prodotti pericolosi e non conformi La Guardia di Finanza ne sequestra 7 milioni

Macerata, prodotti pericolosi e non conformi La Guardia di Finanza ne sequestra 7 milioni
MACERATA - Sette milioni di articoli sequestrati. È questo l’impressionante bilancio dell’operazione della Guardia di Finanza operato in provincia di Macerata, finalizzato...

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MACERATA - Sette milioni di articoli sequestrati. È questo l’impressionante bilancio dell’operazione della Guardia di Finanza operato in provincia di Macerata, finalizzato allo smascheramento del commercio di prodotti pericolosi e non conformi alla normativa “CE”.




I sequestri hanno riguardato le più disparate tipologie merceologiche, quali: luci natalizie, casalinghi, articoli di cancelleria, da ferramenta, per fumatori, per la persona, per ufficio, da giardinaggio, ecc., tutti di origine cinese, poiché non conformi alle prescrizioni fissate dalla normativa italiana ed europea. Gli interventi, frutto del capillare controllo economico del territorio, sono stati effettuati nei giorni scorsi, nell’ambito di un più complesso dispositivo operativo messo in campo su cinque Comuni della provincia (Civitanova Marche, San Severino Marche, Montecassiano, Pollenza e Montelupone). Dopo i preliminari controlli della merce esposta per la vendita, i finanzieri hanno spostato l’attenzione ai riscontri con la documentazione amministrativa e fiscale, estendendo l’ispezione anche alle merci custodite nei magazzini. Le gravi anomalie riscontrate, tra cui l’assenza della marcatura CE (sinonimo di qualità certificata), nonché di tutte le altre indicazioni riferibili alla composizione, rispetto a quanto previsto dalla legislazione nazionale ed europea per poter mettere in vendita dei prodotti nel nostro Paese, hanno fatto scattare l’immediato sequestro amministrativo di oltre 7 milioni di articoli. I titolari degli esercizi irregolari, di nazionalità cinese ed italiana, sono stati segnalati alla Camera di Commercio di Macerata per l’adozione dei provvedimenti di competenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero