Fano, società svuotata per non pagare tasse e stipendi: in manette i vertici della King

Fano, società svuotata per non pagare tasse e stipendi: in manette i vertici della King
FANO (Pesaro e Urbino) - Una società fatta fallire scientemente con l’obiettivo di non pagare i debiti con fornitori, fisco e dipendenti. È questo lo scenario delineato dalla...

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FANO (Pesaro e Urbino) - Una società fatta fallire scientemente con l’obiettivo di non pagare i debiti con fornitori, fisco e dipendenti. È questo lo scenario delineato dalla Guardia di Finanza che ha arrestato 6 persone coinvolte a vario titolo nel fallimento della King, imprese fanese specializzata nella componentistica nautica.






I fari sulla King si sono accesi l’anno scorso, quando la società smise improvvisamente di pagare dipendenti e fornitori. I sindacati si rivolsero alla Finanza, mentre la vicenda veniva portata in Parlamento tramite interrogazione di Ricciatti (Sel) e Ferrara (Pd). Le fiamme gialle hanno scavato nel passato della King, scoprendo che il “giochino2 era stato azionato per la seconda volta. La King, infatti, era diretta discendente della Art Inox, azienda che si occupa delle stesse cose e che risulta fallita dal 2014 con 5 milioni di debiti tributari. Il modus operandi degli amministratori dell’Aart inox prima e della King dopo, ricalca uno schema che si sta diffondendo anche tra la criminalità economica locale. In particolare, aziende che presentano elevati debiti, anche tributari e previdenziali, procedono al depauperamento del loro patrimonio sociale, mediante la costituzione continuata nel tempo di altre società operanti nel medesimo settore commerciale, con le quali viene stipulato un contratto di affitto di ramo d’azienda. E il depauperamento della Art Inox è stato portato a termine con continui prelievi di fondi mai giustificati, se non dall’obiettivo di beffare fisco e creditori. Fondi che venivano indirizzati su un’immobiliarePer questo meccanismo sono stati effettuati 6 arresti a Fano (Pu), Sassoferrato (An), Roma e Macerata, mentre gli indagati sono 10. I reati contestati sono associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, frode processuale e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Ingenti anche i sequestri per il valore di un milione di euro: quote di partecipazione in società con sede in Roma (società edili e di commercio all’ingrosso), Recanati (Mc) (società immobiliare e azienda di fabbricazione di parti in acciaio) e Matera (azienda agricola); tra i beni immobili, una villa con piscina e terreni agricoli in località Magliano di Fano (Pu) e Cartoceto (Pu); unità immobiliari in località Caminate di Fano (Pu); n. 4 unità immobiliari in località Calcinelli di Saltara (Pu); conti correnti e disponibilità bancarie per euro 89.000. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero