FANO (Pesaro e Urbino) - Voci e annunci sulla possibile cessione di Saipem, colosso italiano dell’energia con una sede operativa a Fano, potrebbero sfociare in una richiesta...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Se ne sta occupando la senatrice Camilla Fabbri, Pd, che per la prossima settimana ha in agenda un incontro di approfondimento sulla vicenda. «La sto seguendo già da tempo – specifica la componente della commissione Industria – e una volta completate tutte le verifiche, preparerò l’interrogazione. La questione principale mi sembra la salvaguardia del livello occupazionale: i posti di lavoro vengono prima della scelta sul modello imprenditoriale». Saipem è l’acronimo, l’abbreviazione, di Società anonima italiana perforazioni e montaggi. Questo gruppo di progettazione e costruzione è stato costituito nel 1956, diventando un gigante nel settore oil and gas, petrolio e gas. Ora, però, sembra che il principale azionista di riferimento, Eni, intenda cedere parte delle proprie quote se non l’intero pacchetto, che ammonta a poco meno del 43 per cento. Nella sede fanese, la terza del gruppo per importanza dopo la centrale a Milano San Donato e la succursale parigina in Francia, lavorano oltre mille tecnici di altissimo livello professionale, specializzati nel progettare e costruire pipe-line, oleodotti e gasdotti, in giro per il mondo. Voci e annunci sulla probabile vendita sono stati accolti dal personale fanese con una certa preoccupazione, come comprensibile elemento di incertezza nelle prospettive di lavoro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero