Fano, si espande la protesta contro gli espropri per la complanare

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FANO (Pesaro e Urbino) - Nuovi segnali di protesta si stanno...

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FANO (Pesaro e Urbino) - Nuovi segnali di protesta si stanno accendendo da Tombaccia a Belgatto, ora che i picchetti dell’esproprio sono comparsi lungo il percorso della futura strada complanare parallela all’A14. Altri due nuclei familiari, uno a Sant’Orso e l’altro a Belgatto, rischiano di avere rotatorie e flussi di traffico sotto le finestre, dove ora ci sono giardini, vialetti d’accesso, cancelli, recinzioni, orti, fiori e alberi da frutto cresciuti insieme con i loro proprietari. Sono pensionati, si sono sentiti soli di fronte a 60 milioni di motivi, tanti quanto costerà la complanare, ma adesso sanno di poter trovare un alleato in chi si trova nelle stesse condizioni. «Quando ho saputo di don Marco e degli altri residenti in via Tombaccia, ho subito preso contatto con loro, sono disponibile a una battaglia forte e dico che in Comune si dovrebbero vergognare: non se ne può più, devono andarsene a casa», affermava ieri una pensionata residente in via Bellandra nel quartiere di Sant’Orso. Il progetto della complanare prevede che siano abbattuti cancello e recinzione della sua casa: «E io dove lascerò l’auto, quando tornerò con le borse della spesa, in mezzo alla rotatoria? Oppure affitto un elicottero? Pago le tasse per il terreno edificabile, vogliono espropriarmelo al prezzo di terreno agricolo: è una vergogna, una vergogna. Ho sgobbato duro per questa casa, la devono smettere di rompere i santi stivali sempre a chi ha lavorato per tutta la vita. Per quale motivo le strade cambiano direzione, quando arrivano alle ville dei Vip e invece raschiano i portoni d’ingresso, quando si tratta di gente normale come me?». La protesta di via Tombaccia sta dunque coagulando il malcontento sul percorso della complanare. Ha detto ieri don Marco Polverari: «Nessuno è stato informato sulle opere compensative, il Comune ha approvato il progetto, l’ha affisso all’Albo pretorio per il tempo necessario e stop. Poi alla gente sono arrivate le cartelle a casa. Tutta colpa della giunta Aguzzi, che è stata incapace di entrare in contatto con le persone interessate dai lavori. Siamo in dittatura oppure in un sistema democratico?». A don Marco e al gruppo di Tombaccia si sono rivolti, inoltre, Giorgio Marcantognini e Rosina Fabi, coniugi pensionati residenti in via Belgatto. Raccontava la donna: «Ho ricevuto la cartella, per me del tutto inattesa, e quasi mi sono sentita male. Ci vogliono portare via 39 metri quadri di orto e di giardino, quando prima e dopo la nostra abitazione troverebbero tutto lo spazio che serve. L’indennizzo di 1.900 euro non vale il fico vecchio di cinquant’anni. La casa sarebbe svalutata e perderei anche la possibilità di ampliarla, se un giorno i nostri figli volessero tornare a vivere qui». Davanti all’abitazione, sull’altro lato della provinciale per Fenile, c’è la pista ciclabile bloccata dal contenzioso legale. Il percorso della futura complanare, guardando i picchetti dell’esproprio, sembra tagliarla nel mezzo. Come si concilieranno bici e auto? E i soldi già spesi per l’opera?
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Il Messaggero