Fango e burocrazia, scatta la grande fuga dal porto di Pesaro

Fango e burocrazia, scatta la grande fuga dal porto di Pesaro
PESARO - Ora il rischio di una fuga dal porto di Pesaro è davvero concreta. Un esodo non volontario, ma forzato. Fino a 60 imbarcazioni, anche di grandi dimensioni, soci del Club...

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PESARO - Ora il rischio di una fuga dal porto di Pesaro è davvero concreta. Un esodo non volontario, ma forzato. Fino a 60 imbarcazioni, anche di grandi dimensioni, soci del Club Nautico e della Lega Navale, potrebbero quest'estate puntare la prua verso altri porti, quello di Fano su tutti. E' l'allarme che viene lanciato da Carlo Trebbi del comitato del porto, dopo il summit con il comandante della Capitaneria Angelo Capuzzimato al quale hanno partecipato Francesco Falcioni della Lega Navale e Fabio Rebecchi del Club Nautico. C'è un empasse completo che nasce dall'insabbiamento del porto-canale e dalla burocrazia.


Per decine di barche l'ormeggio quest'estate è tutt'altro che assicurato. Al momento sono arenate nel fango (anche se la situazione è un po' migliorata rispetto), dal ponte di Soria verso l'imboccatura. Un dragaggio d'urgenza, per liberare almeno un metro e mezzo di sedime, è stato scartato. I soldi ci sarebbero anche, sbloccati dal Governo per il capitolo 2015-16, non i tempi tecnici. Se ne riparlerà a settembre, dopo la caratterizzazione e il carotaggio. Ma anche questa operazione, fortemente voluta dal comandante, è bloccata dalla presenza dei natanti. La soluzione è lì a portata di mano: la nuova darsena, finalmente dragata. Doveva essere allestita con i pontili galleggianti per uno sviluppo turistico, ma ogni attività è stato sospesa, proprio per andare incontro all'emergenza insabbiamento e ospitare, almeno per tutta l'estate, le imbarcazioni del porto-canale. Il problema? Le autorizzazioni. Il provveditorato di Ancona è d'accordo, ma dipende da quello di Firenze. In Toscana Capuzzimato ha già inviato decine di richieste per poter far partire il trasloco delle barche. Finora, nessuna risposta. «È inconcepibile che il provveditorato per la nostra zona sia stato spostato a Firenze, è difficile da lì inquadrare le urgenze del territorio», rileva Trebbi. Il provveditorato ha 60 giorni di tempo per rispondere, a partire dal primo avviso inviato dall'autorità portuale. I termini non sono ancora scaduti, la pazienza di Capuzzimato e delle associazioni nautiche, invece, sì. «I problemi sono ancora tutti lì - continua il comitato - rischiamo che sodalizi storici del porto, come il Club Nautico e la Lega Navale perdano clienti. Si rischia di perdere fino a 60 barche, anche di dimensioni importanti. Dall'incontro in Capitaneria è emersa però la certezza che il comandante si sta dando un gran da fare per risolvere la situazione». Se lo sblocco della nuova darsena dovesse restare un miraggio, è stata ipotizzata la riconsegna del ciglio banchina, che, dopo alcuni lavori, potrebbe riuscire ad ospitare gli ormeggi. Ma è una soluzione che lascia aperti interrogativi di praticità.

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Il Messaggero