Macerata, crolli a Palazzo degli Studi Nascimbeni: «Lavori frenati dal Comune»

Fabrizio Nascimbeni, dietro Palazzo degli Studi transennato
MACERATA - E' polemica sui lavori ritardati a Palazzo degli Studi. Fax e lettere dimostrano che la Provincia di Macerata ha tentato in tutto i modi di procedere con il...

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MACERATA - E' polemica sui lavori ritardati a Palazzo degli Studi. Fax e lettere dimostrano che la Provincia di Macerata ha tentato in tutto i modi di procedere con il restauro ma il Comune non ha concesso l'autorizzazione.


«C'è stata un'incredibile sottovalutazione del problema da parte del sindaco e dell'amministrazione che, nonostante una serie infinita di comunicazioni che da aprile a maggio la Provincia ha inviato al Comune per chiedere l'autorizzazione ad occupare il suolo pubblico ed intervenire sul palazzo che necessitava di urgenti interventi di manutenzione, ha sempre negato tale autorizzazione adducendo motivazioni assurde e non tenendo in minima considerazione l'incolumità dei cittadini maceratesi. E' una cosa di una gravità inaudita».







Dopo il crollo di una parte di capitello dalla facciata di Palazzo degli Studi, quella che affaccia su via Gramsci, Fabrizio Nascimbeni (Macerata è nel cuore) attacca fortemente l'amministrazione.





Consigliere Nascimbeni, come ha scoperto l'esistenza di questo carteggio tra Provincia e Comune?

«Due giorni fa Sono stato in Provincia e ho fatto accesso agli atti, scoprendo che esistono oltre dieci comunicazioni, tra fax e lettere, che l'ufficio tecnico della Provincia ha inviato a quello del Comune per sollecitare la concessione dell'occupazione di suolo pubblico e il conseguente inizio dei lavori, ma il Comune ha sempre risposto che le soluzioni prospettate, ovvero i progetti, non andavano bene. Ultima in ordine di tempo è la richiesta di giugno alla quale il Comune ha risposto che i lavori non sarebbero potuti iniziare perché avrebbero creato polvere per i locali, durante il periodo di Musicultura. Quando l'ho visto sono letteralmente saltato sulla sedia».



Una situazione grave. Come se la spiega?

«E' una leggerezza inaccettabile. Ad aprile la Provincia ha approvato una delibera per la manutenzione della facciata del palazzo, un intervento allora quantificato in 60mila euro, ma il Comune ha creato ostacoli, nascondendosi dietro agli uffici tecnici fino a giugno e chiedendo che venisse aperto il cantiere a settembre».



Ora, però, il sindaco Carancini ha chiesto alla Provincia che l'intervento venga ultimato entro fine agosto...

«E' incredibile. Ma la cosa peggiore è che nel progetto di pedonalizzazione del centro storico predisposto dal Comune si parli di posti auto in via Gramsci. Ma come, il sindaco, o gli uffici, rimandano a settembre l'inizio dei lavori e poi nella delibera per la pedonalizzazione del centro storico concedono 20 posti auto proprio in via Gramsci? Assurdo».



Cosa imputa al sindaco Carancini?


«Lui sapeva dell'urgenza necessaria per i lavori, ma ha sempre rimandato l'intervento, che andava fatto subito. Ora chiederemo, con un'interrogazione, per quale motivo gli uffici abbiano sottovalutato il problema agendo così e, soprattutto, perché il Comune sia andato avanti col piano della sosta, prevedendo posti auto là dove si sapeva che sarebbero dovuti iniziare lavori, probabilmente lunghi e costosi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero