MACERATA - Colletti, vizi capitali e clergyman: l’ispirazione fashion di Elia, stupisce anche i vip. Scatti social con le camice cool per Jay- Ax e Bradley Soileau, il top...
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Poi continua: «E’ molto attuale giocare con il sacro e con il profano, papa Francesco vuole spogliare la chiesa dagli eccessi, e con suor Cristina, fenomeno virale dopo la sua partecipazione al programma musicale The Voice, si è dimostrato che l’incontro tra i due mondi è possibile». Il progetto di moda è curato in ogni dettaglio, epilogo di un sogno coltivato tempo fa: «La mia famiglia è nel campo dell’abbigliamento da trent’anni - dice Elia - la passione per la moda ce l’ho fin da piccolo, infatti ho frequentato la scuola di design a Recanati. Poi ho lavorato come programmatore in un’azienda montefanese, ho cercato di mettere da parte i soldi per realizzarmi personalmente. Il coraggio di licenziarmi e mettermi in gioco, me l’ha dato una ragazza di cui mi sono innamorato».
«Il marchio è stato registrato il 22 novembre del 2013 in Italia, in Europa e in Cina - prosegue - ma è stato reso noto ufficialmente il 3 aprile di quest’anno. I nostri capi saranno esposti nelle vetrine con le collezioni ss15 dal prossimo marzo. Su ogni colletto del capo è stampato un vizio capitale, stilizzato, così ogni persona può scegliere quello più adatto alla sua personalità».
Modelli unisex, trendy e assolutamente non convenzionali: «L’abito è un passepartout per ogni occasione - spiega Elia - rivolto a clienti che vogliono osare, ma risultare allo stesso tempo sobri ed essenziali. Ci rivolgiamo a chi ha voglia di stare al centro dell’attenzione. L’intento è quello di dare anima al capo, attraverso il colletto». Poi conclude: «Oltre a diversi modelli di camicerie, in lungo o in corto e ai pantaloni, per la prossima stagione pensiamo alla realizzazione di scarpe (con il designer Mauro Nappo), cappotti e accessori. I toni sono tutti soft e vanno dal nero al bianco, fino al cipria. Sia Jay Ax che il modello di Lana Del Rey hanno apprezzato i capi che ho inviato loro e li hanno indossati, complimentandosi attraverso i social network». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero