Macerata, denuncia il marito che la picchia: il Tribunale le toglie i quattro figli

Macerata, denuncia il marito che la picchia: il Tribunale le toglie i quattro figli
Il marito la picchia per anni davanti ai quattro figli. Questo però è il passato che lei, 35enne di Porto Potenza Picena (Marche) ha ormai messo nel cassetto....

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Il marito la picchia per anni davanti ai quattro figli. Questo però è il passato che lei, 35enne di Porto Potenza Picena (Marche) ha ormai messo nel cassetto. Ad angosciare la donna stavolta è il Tribunale per i Minorenni che, con un decreto depositato lo scorso 24 maggio, ha disposto l’affido dei figli in una Comunità lontana 60 chilometri. «Voglio affrontare la vita qui con i miei ragazzi, ho trovato il coraggio di denunciare quello che subivo e di dire basta- urla la donna- ora la nostra situazione è perfetta e i miei figli devono restare con me». A Pasquetta l'ennesimo litigio che ha coinvolto anche il primogenito. Il papà, cercando di dare uno schiaffo alla moglie, ha inavvertitamente colpito il 14enne. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La denuncia ai carabinieri, presentata dalla stessa 35enne, ha portato la situazione all’ attenzione dei magistrati. L’uomo dovrà osservare il divieto di avvicinamento per un raggio di 500metri dalla moglie.


L’iter penale è solo agli inizi. Il Tribunale dei Minorenni si era però già mosso su sollecitazione degli assistenti sociali, che da tempo conoscevano quella realtà.  L’uomo, già ricoverato per problemi di alcolismo, chiedeva la presenza dei figli durante le liti con la moglie, alla quale si rivolgeva con epiteti inimmaginabili. «La sua presenza in casa destabilizza i figli - si legge nel provvedimento - vanificando i risultati del progetto di supporto». E la mamma? «Non riesce a tutelare i figli dalle liti coniugali”, scrivono ancora i giudici. La sentenza è pesante: ragazzi in comunità, con facoltà per la madre di seguirli, e sospensione della potestà genitoriale paterna. L’uomo può vedere i ragazzi solo in incontri protetti. Il 28 marzo c’era stata l’ultima aggressione ma quel giorno, spiega la 35enne, le cose sono cambiate.


«Siamo andati via da casa nostra e io dissi ai miei figli “non torniamo più, bambini miei, ricostruiremo il nostro futuro”»  racconta la donna. Madre e figli si sono rifugiati dai nonni materni. «Qui ci sentiamo tutelati, ci conoscono tutti e tutti vogliono aiutarci». La donna ha anche ricevuto proposte di lavoro «i ragazzi possono essere seguiti psicologicamente anche qui, invece tra il 21 e il 23 giugno dovranno presentarsi in comunità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero