Non c'era alcuna sciabola nell'appartamento di via Crivelli ad Ancona, l'abitazione in cui il 7 novembre scorso Antonio Tagliata uccise a colpi di pistola il padre...
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Interrogato dai magistrati, Tagliata aveva infatti sostenuto di aver aperto il fuoco con la sua calibro 9 quando, al culmine del litigio con i Giacconi, che si opponevano al flirt fra i due ragazzi, l'ufficiale si sarebbe alzato di scatto dirigendosi verso un armadio in cui, così disse Antonio, «teneva la sciabola» d'ordinanza. «Temevo che potesse farmi del male», le parole del diciannovenne. Una ricostruzione smentita dal sopralluogo di oggi, che peraltro non avrà una particolare rilevanza ai fini dei processi. Il 15 aprile la sedicenne comparirà davanti al giudice per il giudizio immediato, ma i difensori dovrebbero chiedere un processo con il rito abbreviato (che consente lo sconto di un terzo della pena), e in questo caso l'udienza verrebbe aggiornata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero