Macerata, Cosmari e biogas: la battaglia continua anche dopo la chiusura dell'inceneritore

Il Cosmari
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POLLENZA - Emissioni, inquinamento e futuro del Cosmari: «No alla centrale biogas, se non si può fare di meglio, un impianto a biometano sarebbe meno impattante». Con queste parole l'ingegnere tolentinate Sandro Bisonni, candidato alle regionali con il M5S, anticipa i temi caldi della conferenza “Diossina a Pollenza”, in programma venerdì alle 21 nella sala polifunzionale del Municipio.


Protagonista del convegno anche l'associazione Nuova Salvambiente, che lo scorso anno ha promosso le analisi sul latte materno, condotte su cinque mamme residenti tra Casette Verdini e Sforzacosta: «I risultati hanno evidenziato una presenza di diossina al di sopra dei valori massimi ammessi nel latte vaccino commercializzato - spiega Bisonni - l'Asur ha riferito che i dati non sono allarmanti, ma ha anche chiarito come il numero di campioni sia esiguo per tracciare un quadro completo».



La correlazione con gli eventuali effetti dannosi provocati dell'inceneritore del Cosmari, oggi spento, non è stata appurata: «E' uno studio preventivo - precisa l'ingegnere - serve per tutelare la salute dei bambini. Diversa invece l'indagine epidemiologica sulle Sdo (scheda dimissione ospedaliera), che si concluderà entro l'anno. Dello studio sulle mamme, nella prima fase, si è fatta carico l'associazione, noi nel corso del convegno lanceremo un appello». Così aggiunge: «Per l'analisi su cinque persone la spesa si aggira intorno ai 4000 euro, se tutti i 57 Comuni della Provincia aderissero, potremmo arrivare a 300 campioni circa, promuoveremo anche una raccolta firme».



Nel corso del dibattito, verranno approfondite diverse questioni: «Una di queste è il nuovo statuto del Cosmari - prosegue Bisonni - ora è una srl totalmente partecipata dal pubblico, ma se lo statuto fosse modificato, ci sarebbe la possibilità di un'apertura al privato. In tale ipotesi, non nascondo la mia totale contrarietà».



Da tempo si parla della realizzazione di un impianto di digestione anaerobica nella sede del Cosmari: «Il nome è questo, ma di fatto sarebbe una centrale a biogas - dice ancora Bisonni - c'è un progetto presentato pubblicamente nel 2012 ed inserito nel bilancio preventivo 2014. La spesa è intorno ai 14 milioni di euro. Sarebbe meglio che il Cosmari continuasse a produrre compost, magari di qualità superiore».



Irrevocabile la posizione del presidente di Nuova Salvambiente Sforzacosta, Antonio Gismondi, uno dei relatori del convegno: «Ci siamo opposti all'inceneritore, se si facesse una centrale a biogas la battaglia si riaprirebbe», conclude.



L'interesse del Comune di Macerata c'è, come anticipa il sindaco Romano Carancini: «Macerata e Pollenza sono stati i primi Comuni a spingere per la chiusura dell'inceneritore e i capofila nella firma del


protocollo per sostenere l'avvio dell'indagine epidemiologica, l'attenzione è viva». Macerata da tempo combatte gli effetti devastanti, in termini di puzze e impatto ambientale, dell'impianto di smaltimento rifiuti di Piane Chienti sulla comunità di Sforzacosta, frazione che insieme a Casette Verdini di Pollenza e alla Piane di Colbuccaro da anni fanno i conto con questo vicino scomodo. «Non so se potrò partecipare all'incontro - continua Carancini -ma non è è escluso che mandi il mio assessore. Un controllo più analitico su questioni come queste è importante».

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Il Messaggero