«A oggi abbiamo in ordinazione 120 milioni di mascherine, una quantità monstre che aumenta di ora in ora, le richieste vengono da ogni parte del mondo e...
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Da quando è esplosa l’emergenza le linee del piccola azienda farmaceutica marchigiana sono bollenti. «Sono arrivati ordini di mascherine dalla Cina e dall’Europa, per lo più da Spagna, Francia e Germania. In Italia il 50 per cento delle richieste vengono da Roma, Milano e Verona, il resto anche da zone dove urgenza estrema non ci sarebbe come Calabria o Napoli. Richieste ci sono arrivate anche dal Consolato cinese a Firenze e da una centrale acquisti di un grande ospedale italiano - spiega il giovane imprenditore che vive tra Roma e le Marche - abbiamo in coda ordinativi come se fossimo una multinazionale. Abbiamo deciso di dare la precedenza alle richieste italiane e a quelle della filiera grossisti farmaceutici».
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L’azienda, abituata a lavorare 40/50 mila pezzi l’anno, ha dovuto assumere. «Siamo passati da 4 a 17 dipendenti, lavoriamo a ritmo serrato, da lunedì anche con turni serali, ci fermiamo solo la domenica - continua Alberto Angelini, laureato in farmacia e con un anno di studi negli Usa - nonostante il boom, noi non abbiamo aumentato i prezzi e il personale lavora con la massima disponibilità, in un’ottica di spirito di sevizio per il Paese. Purtroppo recentemente abbiamo assistito a veri e propri episodi di sciacallaggio, mascherine vendute a prezzi da speculazione, come in tempi di guerra, addirittura a 30 euro l’una».
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Le mascherine prodotte dalla GammaDis sono di due tipi: la chirurgica a tre strati («impermeabile e protettiva, non lascia passare salivazione e le micro particelle liquide degli starnuti») e con la valvola. «Lavoriamo senza sosta - conclude Alberto Angelini - e con l’emergenza non è facile più neanche approvvigionarsi, i costi sono aumentati e le scorte di materie prime ora arrivano da Brasile e Turchia».
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Il Messaggero