Calciatore di Mondolfo colpito da un pugno In ospedale con la mandibola rotta

Calciatore di Mondolfo colpito da un pugno In ospedale con la mandibola rotta
MONDOLFO (Pesaro e Urbino) - Calcio violento nelle categorie amatoriali. Ne sa qualosa il mondolfese Marco Moschini, 27 anni, studente, ricoverato all'ospedale di Ancona per...

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MONDOLFO (Pesaro e Urbino) - Calcio violento nelle categorie amatoriali. Ne sa qualosa il mondolfese Marco Moschini, 27 anni, studente, ricoverato all'ospedale di Ancona per un trauma facciale. Il ragazzo, che milita nella squadra Maroso Calcio iscritta al campionato provinciale Uisp (categoria B), ha subito un pugno al volto a gioco fermo durante una partita svoltasi sabato scorso campo di Ponte Rio di Tre Castelli.






Il Maroso ospitava la squadra anconetana del San Silvestro. Quel cazzotto gli ha fratturato la mandibola con lo spostamento dell’arcata dentaria e dopo gli esiti della Tac è stato ricoverato nel reparto di chirurgia maxillofacciale di Torrette per essere operato. È stato lo stesso ragazzo, dal letto dell'ospedale, a postare poi una lettera-appello sul sito Uisp. La situazione degenera verso la fine della partita quando, a 5 minuti dal fischio dell’arbitro le squadre finiscono in parità (1-1) con un gol della Maroso Mondolfo. A quel punto si parla di «calci, calcetti, calci duri». «Tutti coloro che hanno giocato sanno che queste cose fanno parte di questo mondo» aggiunge Moschini mettendo in evidenza che poi è successo qualcosa che «va ben al di là del calcio». Sul finire della partita un compagno di squadra resta a terra. Moschini si avvicina per sincerarsi delle sue condizioni. E’ allora che si scatena la rabbia di un giocatore del San Silvestro che a gioco fermo si avvicina a Moschini e gli tira un pugno «senza neanche venire poi espulso dall'arbitro». «Mi accorgo - spiega - con la coda dell'occhio che il terzino del San Silvestro mi stava fissando e veniva verso di me. Mi sono sentito a disagio nel continuare a dargli le spalle e mi sono girato e pochi secondi dopo mi sono ritrovato con la bocca sanguinante a correre verso l'arbitro per chiedergli di prendere provvedimenti ed espellere il giocatore». E prosegue: «Il calcio è un gioco e tale deve rimanere, non dovrebbe più succedere che una persona esce di casa per andare a giocare e si ritrova in ospedale aspettando un'operazione chirurgica. Questo non è calcio, e anche se è successo durante una partita mi sento di dire che l'accaduto non c'entra assolutamente niente col calcio. È stato un gesto gratuito, assolutamente voluto e cercato con il solo scopo di colpire per fare male». «Forza Marco, hai tutto il nostro sostegno, siamo al tuo fianco», ha dichiarato il dirigente Alessio Bagnati che ha aggiunto: «L'allenatore del San Silvestro si è fatto sentire e si è scusato con Marco a nome della squadra». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero